sabato 23 aprile 2016
​Don Volodymyr Voloshyn, coordinatore pastorale della Chiesa greco-cattolica ucraina in Italia: «Viviamo una catastrofe umanitaria dimenticata». «Il Papa non ha chiesto solo aiuto materiale, ma ha fatto appello alla coscienza degli europei».
«Papa Francesco ha rotto il muro del silenzio»
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Una grande gratitudine al Papa per la vicinanza spirituale e materiale che culmina nel gesto odierno. La preoccupazione per un territorio, per una popolazione, tuttora vittime della guerra. Don Volodymyr Voloshyn è il coordinatore pastorale della Chiesa greco-cattolica ucraina in Italia. «Tutta la nostra comunità – spiega – è molto grata al Papa per questo gesto, una maniera concreta di raccogliere offerte per la popolazione ucraina e in particolare per le vittime della guerra. L’Ucraina è anche grata a Francesco per aver attirato l’attenzione di tutti i fedeli della Chiesa cattolica in Europa sulla situazione drammatica della guerra in Ucraina, della quale oggi purtroppo ci si è dimenticati. Il Papa non si è limitato solo all’aiuto materiale, ma ha voluto che tutta la comunità mondiale cominciasse a parlare dell’Ucraina e che tutti i leader religiosi e politici del mondo possano impiegare le loro le risorse e la loro intelligenza per porre fine alla guerra e per promuovere la pace». L’iniziativa del Pontefice ha riacceso i riflettori su una crisi spesso dimenticata Con la colletta umanitaria il Papa ha rotto il silenzio sulla guerra e ha fatto appello anzitutto alla coscienza dei cattolici europei. Il Pontefice ha voluto sottolineare che l’Ucraina è l’Europa e che gli europei devono rendersi conto che in Europa orientale oggi si vive una vera e propria catastrofe umanitaria. Grazie al decreto dell’arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica Svjatoslav Shevchuk, la colletta per l’aiuto umanitario si svolgerà anche in tutte le parrocchie greco-cattoliche ucraine ed europee, in Nord e Sud America e in Australia. I fondi raccolti attraverso questa colletta straordinaria, costituiranno un contributo essenziale all’opera universale di misericordia per i fratelli e le sorelle sofferenti in Ucraina. La crisi però resta pesante. Come sta reagendo la popolazione? La guerra, purtroppo, continua. Ogni giorno muoiono soldati e civili e per questo tutta la comunità ucraina si è molto mobilitata, unendosi ai tanti movimenti di volontariato nati nel paese, insieme alle parrocchie e alle strutture caritative, per aiutare i soldati feriti, i bambini orfani, i rifugiati e gli sfollati che hanno perso i loro cari, le case e le loro misere proprietà. Ci si aiuta in tanti modi. Offrendo cibo, medicine, vestiti, il denaro che serve per interventi chirurgici molto costosi, pagando l’affitto di casa delle persone in età ormai avanzata, cercando, soprattutto, di impegnarsi per la riabilitazione spirituale e psicologica di quanti rimangono vittime della guerra. E l’Europa delle istituzioni cosa dovrebbe fare per risolvere la crisi? Credo sia importante ricordare le parole di San Giovanni Paolo II: «Delle guerre sono responsabili non solo quanti le procurano direttamente, ma anche coloro che non fanno tutto il possibile per impedirle». (Brzezinka, 7 giugno 1979). Questo è un momento cruciale per l’Europa, che deve sentirsi più coinvolta nel tentativo di risolvere il conflitto di guerra in Ucraina. L’Ucraina ha creduto nell’Europa. Le proteste in Piazza Maidan a Kiev, nel 2013, erano le manifestazioni di un paese che voleva essere parte dell’Europa. L’aggressione russa in Ucraina è in parte colpa dell’Unione europea, che si è dimostrata debole e che non ha mai voluto ammettere che quella contro l’Ucraina è una guerra contro un paese europee. Abbiamo sempre creduto che l’Europa è costruita sui valori cristiani. Oggi la domanda da porsi è: l’Europa è in grado di difendere questi valori? Sappiamo che una società non può solo essere costruita sui valori, ma che quei valori devono anche essere difesi. Di questo sembra che l’Europa stessa non si renda più conto. Anche i mass media possono avere un ruolo importante È importante che i mezzi di comunicazione oggi trasmettano alle persone la verità in merito a quanto sta accadendo. Se l’Occidente si sottomette alla disinformazione, le conseguenze saranno tragiche. Tutto il popolo ucraino aspetta che la comunità internazionale offra solidarietà per la difesa dei suoi valori europei, affrontando insieme la catastrofe umanitaria, la più grande in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Quale futuro attende l’Ucraina? Le dure prove che hanno colpito il popolo ucraino nel XX secolo, ma anche quelle recenti uniscono il popolo ucraino sempre di più e lo rendono più forte. Tutti noi, ucraini, siamo testimoni della nascita di una nuova idea di popolo ucraino - di un’Ucraina europea. Questo è ciò che testimoniano le manifestazioni dei giovani ucraini che hanno dato inizio alla Rivoluzione di Euromaidan e che hanno portato la propria testimonianza personale circa i valori europei dell’Ucraina. Siamo un paese europeo e vogliamo essere parte della comunità dei popoli indipendenti d’Europa.
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