martedì 25 febbraio 2025
La nuova pubblicazione, estremamente fedele ai testi, è frutto del lavoro di traduttori e revisori cattolici, evangelici e ortodossi. Parla don Mazzinghi presidente della Società biblica in Italia
Una veglia ecumenica a Roma

Una veglia ecumenica a Roma - Siciliani

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Il dialogo tra le Chiese cristiane, come sanno tutti, si articola attorno alla Parola. A partire dal passo del Vangelo di Giovanni dove Gesù si rivolge così al Padre: «Io non prego soltanto per questi miei discepoli, ma prego anche per altri, per quelli che crederanno in me dopo aver ascoltato la loro parola. Fa’ che siano tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi». Proprio in virtù di questo “comandamento” che chiama i cristiani a impegnarsi nel cammino verso la piena unità, va salutata con particolare interesse la pubblicazione del Nuovo Testamento in traduzione letteraria ecumenica che viene presentata oggi, 25 febbraio a Roma. Edito dalla Società Biblica in Italia e dalla Elledici, il volume (560 pagine, 15 euro) è frutto di un lavoro condiviso che ha coinvolto insieme traduttori e revisori cattolici, evangelici e ortodossi.

«Questa nuova Traduzione letteraria ecumenica – spiega don Luca Mazzinghi, presidente della Società biblica in Italia – nasce nel 1997 da un progetto della Società biblica in Italia; per il Giubileo del 2000 fu pubblicato il Vangelo di Giovanni, in seguito il progetto si interruppe ed è stato ripreso e completato negli ultimi quattro anni per quanto riguarda il Nuovo Testamento; l’Antico è previsto per un prossimo futuro. Questa traduzione si distingue da quella Interconfessionale in lingua corrente (Tilc; 1978-1984) per due ragioni: prima di tutto è un progetto a maggior respiro ecumenico, includendo Chiese come quelle ortodosse che non avevano aderito alla Tilc. Poi, perché mentre la Tilc è una traduzione cosiddetta “dinamica”, che privilegia cioè la comprensibilità nella lingua di arrivo (l’italiano), sacrificando a volte il testo originale, questa è piuttosto una traduzione “formale”, ovvero “letteraria”: ciò significa che privilegia la lingua di partenza, il greco del Nuovo Testamento, cercando tuttavia di offrire un italiano corretto e scorrevole». La Traduzione letteraria ecumenica del Nuovo Testamento verrà presentata il 25 febbraio presso la Chiesa valdese di Piazza Cavour a Roma. Assieme a don Mazzinghi e a Mario Cignoni, segretario generale della Società biblica in Italia, che avranno il compito di “spiegare” la pubblicazione, interverranno il cardinale Gualtiero Bassetti già presidente della Cei, il vescovo Dionysios Papavasileiou (Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia), la moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta e Lénart de Regt (Alleanza Biblica Universale).

«La caratteristica più significativa di questa traduzione – prosegue Mazzinghi – è il suo percorso davvero ecumenico: ogni singolo libro o gruppi di libri del Nuovo Testamento è stato tradotto in coppia da un cattolico e da un evangelico. Poi, tutto è stato riveduto e reso omogeneo da un gruppo ecumenico di sei revisori. In una terza fase la traduzione è stata inviata a ognuna delle Chiese coinvolte, ciascuna delle quali ha avuto la possibilità di nominare un proprio revisore interno e verificare che il testo non creasse difficoltà per la propria visione di fede o la propria tradizione ecclesiale e liturgica. Infine il segretario generale, il professor Mario Cignoni, ha compiuto assieme a me un’opera di revisione finale alla luce delle osservazioni giunte; si è aggiunta la revisione linguistica da parte di un italianista». Come si suol dire la qualità di un albero la si vede dai frutti. Nel nostro caso, dunque, va evidenziato lo stile del cammino che ha portato a questa novità editoriale. «Sottolineo che nel corso di tutto il lavoro non vi sono mai stati ostacoli di natura confessionale; l’impegno comune sulla Parola di Dio ha creato anzi legami e amicizie rinsaldando i rapporti tra le diverse Chiese coinvolte, quella cattolica, quelle evangeliche e protestanti, quella vetero-cattolica, il Patriarcato greco-ortodosso d’Italia e quello rumeno-ortodosso. Tradurre e diffondere le Scritture a livello ecumenico è del resto la missione specifica della Società biblica». L’auspicio ora è che questo impegno condiviso venga recepito dalle Chiese in modo veramente ecumenico. «Questa nuova traduzione – prosegue Mazzinghi – non si pone l’obiettivo di sostituire le attuali versioni liturgiche come la Bibbia Cei 2008 usata nella Chiesa cattolica o la Nuova Riveduta usata in molte Chiese evangeliche. Si propone invece come traduzione approvata o appoggiata dalla maggior parte delle Chiese cristiane in Italia, da usare assieme in occasioni ecumeniche; si propone anche come traduzione da usare per la preghiera personale, per la catechesi, per lo studio sia personale che comunitario delle Scritture. Il lettore scoprirà come spesso questa traduzione non rispecchia quella a cui egli è abituato, soprattutto dalla liturgia (si pensi al Padre Nostro); traduzioni diverse aiutano a riflettere sulla necessità di comprendere sempre meglio le Scritture».

La Parola al centro dunque. Nella vita personale del credente e come base per la costruzione di una vera fraternità. «Con questa pubblicazione ci auguriamo di aver offerto uno strumento che aiuti i cristiani in Italia a riscoprire la centralità della Parola di Dio assieme all’importanza del dialogo ecumenico a partire dall’unica Scrittura. Allo stesso tempo vorremmo che anche chi è lontano dalla fede cristiana o chi si professa non credente, possa gustare la bellezza e la profonda umanità del Nuovo Testamento ed avere così un contatto positivo con la persona del Signore Gesù».

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