giovedì 2 maggio 2013
​A settecento anni dalla canonizzazione di papa Celestino V, il monaco eremita mostrerà da domenica prossima ai fedeli nella basilica di Collemaggio i suoi tratti originali, indossando per la prima volta anche il pallio donato a L’Aquila da Benedetto XVI nella sua visita post sisma. (Alessia Guerrieri)
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Un nuovo volto in argento, il vero volto, e signa pontificalia donati dagli artigiani abruzzesi. A settecento anni dalla canonizzazione di papa Celestino V, il monaco eremita mostrerà da domenica prossima ai fedeli nella basilica di Collemaggio i suoi tratti originali, indossando per la prima volta anche il pallio donato a L’Aquila da Benedetto XVI nella sua visita post sisma. Stamattina la nuova teca con i resti del Santo è stata mostrata alla stampa nell’abbazia di Sant’Equizio (Pizzoli), che in questi mesi ha ospitato l’intervento di ricognizione. Dopo la recognitio sulle spoglie iniziata nel febbraio scorso, gli studiosi aquilani sono riusciti con il laser-scanner a riprodurre le fattezze di Pietro da Morrone. Fino ad oggi, infatti, il volto era coperto con una maschera di cera dalle sembianze del cardinale Carlo Confalonieri, arcivescovo aquilano dal 1941 al 1950. Oltre al viso originale, molto diverso dall’iconografia conosciuta, le analisi hanno permesso anche di risolvere il mistero del foro sul cranio di Celestino V che in questi anni aveva dato spunto a ipotesi fantasiose sulla morte dell’eremita. La lesione, secondo gli esperti, sarebbe stata causata post mortem, probabilmente durante una precedente traslazione. Quest’umile monaco diventato Papa, ha detto l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari, ha lasciato "un altissimo modello di santità e il suo messaggio è ancora attuale. A San Celestino chiediamo di donarci la gioia di vedere con i nostri occhi, spesso smarriti e senza speranza, la rinascita del nostro territorio". 
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