Un anno con la
Caritas in veritate. La terza enciclica di Benedetto XVI – la prima del Pontefice tedesco a tema sociale – fu presentata infatti alla stampa il 7 luglio 2009 in una Sala Stampa vaticana gremita di telecamere e giornalisti, come nelle grandi occasioni. Il documento però porta la data del 29 giugno, perché, come spesso avviene per i testi pontifici, giorno di firma da parte del Papa e giorno di pubblicazione quasi mai coincidono. Era comunque atteso da tempo, poiché avrebbe dovuto coincidere con il 40° anniversario della
Populorum Progressio di Paolo VI, pubblicata nel 1967. Il "ritardo" di due anni è dovuto proprio all’esplodere della crisi economica mondiale, che ha indotto Benedetto XVI a una revisione del testo, alla luce di quanto stava accadendo su scala planetaria. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Le 142 pagine del documento costituiscono una lucidissima analisi delle cause profonde della crisi e offrono – com’è nella tradizione della Dottrina sociale della Chiesa, nel cui filone questa enciclica si inserisce 18 anni dopo la
Centesimus Annus di Giovanni Paolo II – anche notevoli spunti di riflessione per la ricerca di adeguate soluzioni. In questo suo primo anno di vita la
Caritas in veritate ha dimostrato tutte le proprie potenzialità, suscitando dibattiti e confronti in ambito economico, politico e sociale e rivelandosi come uno dei testi di magistero più incisivi degli ultimi tempi.Un’enciclica che – come è stato scritto – allarga la prospettiva della
Populorum Progressio, passando dal concetto di «sviluppo dei popoli» a quello di «sviluppo umano integrale». Ma soprattutto un documento in cui appaiono fin dal titolo i due termini fondamentali del magistero di Benedetto XVI. Appunto la Carità e la Verità.