La Messa nella Basilica di Santa Croce a Firenze a conclusione dell'incontro di vescovi e sindaci del Mediterraneo per la pace - Ansa
Dalla chiesa di Firenze dove nel 1955, quando imperversava la Guerra fredda, il cardinale Elia Dalla Costa e il sindaco di Mosca, Michail Jasnov, si erano tesi la mano sotto lo sguardo di Giorgio La Pira, si leva adesso un nuovo grido per la riconciliazione e l’amicizia fra i popoli mentre gli echi della guerra – stavolta in Ucraina – arrivano fin dentro le navale della Basilica di Santa Croce. Ed è un grido di denuncia e speranza quello che lancia il cardinale Gualtiero Bassetti mentre le bombe cadono su Kiev stretta dai militari russi. Il presidente della Cei parla di «ingiusta e inutile guerra» e invita a «pregare» ma anche a «agire contro questa tragedia». Insieme, però, aggiunge che la fede assicura «la speranza che cambiare il mondo sia possibile, a patto che cambi il cuore delle persone».
Il porporato presiede nella Basilica degli “italiani illustri”, che custodisce le tombe e i monumenti funebri di Machiavelli, Michelangelo, Galileo o Foscolo, la Messa che conclude il doppio forum ecclesiale e civile per la pace nel Mediterraneo ospitato nel capoluogo toscano. Doveva essere papa Francesco a celebrare l’Eucaristia che era anche una sorta di abbraccio alla gente di Firenze, ma un problema alle ginocchia lo ha costretto a rinunciare alla visita. «Al Santo Padre – dice Bassetti ricordando che il Pontefice lo ha incaricato di terminare l’evento al suo posto – va la mia e la nostra gratitudine e l’augurio di una pronta guarigione».
Anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nel suo saluto finale prima del termine della liturgia, spiega che «il Papa ha sostenuto questa iniziativa di vescovi e sindaci insieme e solo un improvviso impedimento lo ha tenuto lontano fisicamente». Poi torna sull’Ucraina e si rivolge a «coloro che hanno responsabilità di governo» invitandoli al «convertire il cuore ai progetti di pace» perché ogni guerra «ferisce l’unità della famiglia umana».
L'arrivo del presidente Mattarella nella Basilica di Santa Croce a Firenze - Avvenire
Nella prima file c’è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che con la sua presenza ha voluto manifestare sia la vicinanza al Papa, sia il suo personale sostegno all’iniziativa che ha riunito in città 58 vescovi e 65 sindaci arrivati da 30 Paesi legati al grande mare. È la prima visita ufficiale di Mattarella fuori Roma dopo la sua rielezione. E a Palazzo Vecchio il cardinale Bassetti rivela di averlo invitato appena rieletto quando «aveva ancora l’agenda intonsa». All’arrivo il capo dello Stato è salutato da calorosi applausi che si alzano dalla piazza. Ad accoglierlo il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il governatore della Toscana, Eugenio Giani, che siedono anche al suo fianco in chiesa. Bassetti gli dà il benvenuto dall’altare all’inizio della Messa chiamandolo «caro presidente», ringraziandolo con affetto e ricordando le giornate fiorentine: «È stata un’esperienza di ascolto e di condivisione nel segno dell’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”».
L'arrivo del presidente Mattarella nella Basilica di Santa Croce a Firenze - Ansa
Nell’omelia il presidente della Cei pone l’accento su «una “sapienza tutta mediterranea” che dovremmo imparare ad apprendere di nuovo: quella del confronto continuo». Una sapienza che a Firenze si è concretizzata nel dialogo fra presuli e primi cittadini che ha portato alla Carta di Firenze firmata da tutti sabato. Alla comunità ecclesiale il cardinale ricorda che «la fede cristiana non è indottrinamento né autoconvincimento, ma ascolto di chi ci ha preceduto e confronto con altri compagni di viaggio». E spiega che il Signore «crede nella nostra intelligenza e nella nostra responsabilità», «che saremo disponibili a convertirci», «che sapremo prendere le decisioni migliori per noi stessi e per coloro che ci sono affidati». Quindi aggiunge: «Abbiamo bisogno di continuare a confrontarci con il Signore e con gli altri: rinchiusi nella nostra solitudine, come singoli, come Chiese e come popoli, rischiamo di trovare soluzioni inappropriate, se non distruttive. Ed è ciò che abbiamo fatto, ascoltando le varie storie provenienti dalle sponde del Mediterraneo: il confronto ha favorito la comunione e la fraternità».
La Messa nella Basilica di Santa Croce a Firenze a conclusione dell'incontro di vescovi e sindaci del Mediterraneo per la pace - Ansa
Bassetti si rivolge anche ai sindaci quando dice che «da chi guida gli altri ci si aspetta che intraveda il futuro prima e meglio degli altri grazie alla sua posizione privilegiata e che indirizzi i percorsi altrui verso il bene, anche quando questi sono in salita». E cita La Pira, il politico mistico di cui è in corso la causa di beatificazione che ha riunito vescovi e sindaci intorno alla sua profezia di dialogo oltre i confini e le differenze. «Una figura esemplare – afferma il presidente della Cei –: una guida capace di ispirare la sua vita e le sue scelte a quelle del Figlio di Dio, che è venuto per servire e non per essere servito».
Alle nazioni bagnate dal Mare Nostrum il presidente della Cei affida la missione di essere esempi di armonia e concordia per l’umanità. «Possa il Mediterraneo, che è lo spazio geografico in cui il Figlio di Dio ha deciso di nascere e dove il suo Vangelo ha compiuto i primi passi, diventare una immensa cassa di risonanza di questo messaggio di fraternità – sottolinea –. Possano i popoli del Mediterraneo essere testimoni per il mondo intero di una pace possibile, quella che parte dal cuore convertito al Vangelo e produce scelte concrete per il bene di tutti».
La Messa nella Basilica di Santa Croce a Firenze a conclusione dell'incontro di vescovi e sindaci del Mediterraneo per la pace - Avvenire
Concelebrano la Messa i vescovi che hanno preso parte all’Incontro Cei “Mediterraneo frontiera di pace” ma anche i vescovi italiani arrivati a Firenze da tutta Italia. Nella Basilica – dove i posti sono ridotti a causa delle misure anti-Covid – sono presenti numerosi sindaci. E l’arcidiocesi di Firenze ha voluto che trovassero posto anche venticinque associazioni e realtà che si impegnano giorno dopo giorno accanto ai poveri e ai più fragili.