venerdì 13 marzo 2015
​Il cardinale interpellato sulle intenzioni dell'ex Cav dopo l'assoluzione. "Non bastano le decisioni personali".
Galantino: c'è il dato morale
LA LETTERA Un'assoluzione che divide. Ma non c’è nulla da ridere (Marco Tarquinio)
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Dopo le parole di ieri di monsignor Nunzio Galantino sull'assoluzione di Belusconi in Cassazione al processo Ruby, oggi sul suo possibile ritorno in politica è stato interpellato dai giornalisti il cardinale Angelo Bagnasco, a margine della Messa di Pasqua all'Ilva di Genova."Berlusconi pensa al rientro in politica? - ha detto il presidente della Cei - . Quello che i singoli decidono sono sempre decisioni personali, ma che si calano in contesti sociali, politici, lavorativi con cui bisogna fare i conti. Non bastano le decisioni personali". Poi l'attenzione si è spostata sull'Ilva.  "Speriamo che l'Ilva ce la faccia,assolutamente ce la deve fare. L'Italia è sempre stata all'avanguardia per la produzione dell'acciaio, è apprezzata ovunque. Lasciarsi spolpare credo che non sia una buona politica. Se lo Stato e tutti gli altri che sono coinvolti faranno di tutto e di più perché questa realtà possa continuare a vivere e svilupparsi, sicuramente - ha sottolineato il presidente della Cei - il risultato sarà positivo, non solo per le migliaia di persone che qui lavorano e per le loro famiglie e per il tantissimo indotto ma per il bene del Paese stesso di fronte al mondo".
 
Infine una battuta sul pronunciamento del Parlamento Ue favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. "Un conto - ha affermato il cardinale - sono i diritti individuali dei singoli che sono da sempre tutelati dal codice civile, un altro conto è creare nuovi soggetti di diritto che in quanto tali si presentano sul piano della giurisprudenza, della società e della cultura come un 'novum' che va di fatto ad equipararsi con la famiglia basata sul matrimonio di un uomo e di una donna". Una volta legittimate le nozze gay, secondo il porporato "non sarà possibile negare loro gli stessi diritti delle coppie fondate sul matrimonio, come l'adozione dei bambini".Secondo il presidente della Cei, se si riconoscono le nozze gay, poi "non è possibile ritenere o affermare che queste nuove formazioni non abbiano gli stessi diritti delle famiglie fondate sul matrimonio, come ad esempio l'adozione di bambini, perché di fatto, vediamo negli altri Paesi europei che una volta stabilito il principio della coppia in quanto coppia, immediatamente la magistratura europea e quelle nazionali riconoscono, intravedono, delle discriminazioni e quindi impongono l'assoluta uguaglianza al matrimonio, alla famiglia. È inutile illudersi".
Il cardinale ha aggiunto: "Tutti, anche i genitori e i nonni, non dobbiamo dimenticare che queste nuove figure hanno delle ricadute educative nelle classi, a cominciare dalle scuole materne, perché già i testi che circolano impongono di dire e rappresentare ai bambini anche in tenerissima età, da 0 a 4 anni, diverse possibilità di relazione, di rapporto, di agglomerato, di famiglie e anche di sessualità".
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