L’Italia non è un Paese allo sbando o una “palude fangosa”. Ha i suoi problemi, è vero – e tra questi la mancanza di lavoro (soprattutto per i giovani ) e il mancato sostegno alle famiglie sono i dati più drammatici -, ma ha anche in sé le forze per risalire la corrente. Il cardinale Angelo Bagnasco lancia un messaggio di speranza, aprendo il Consiglio permanente, riunito da questo pomeriggio a Roma. E nella sua prolusione (in cui fa riferimento anche al lavoro di revisione dello Statuto della Cei di cui si parlerà in questa sessione) il presidente della Conferenza Episcopale Italiana sottolinea luci e ombre del momento ricordando però che le luci superano le ombre. Anzi, la metafora che il porporato usa è quella della
foresta che cresce. “Conosciamo la vita delle persone - annota Bagnasco – e ne vogliamo testimoniare la dignità, il senso della famiglia, la capacità di dedizione e di sacrificio, la bontà spesso eroica di ogni giorno. Restiamo ammirati dalla loro fede umile e semplice, e vorremmo che questa foresta buona e silenziosa avesse più voce degli alberi che cadono rumorosi”.
Ma lo sguardo dell’arcivescovo di Genova non è ingenuamente ottimista. "La povertà è reale", afferma. E così la prolusione segnala i problemi più importanti. La mancanza di lavoro, innanzitutto. Occorre trovare “risposte più efficaci in ogni ambito di responsabilità. Non è ammissibile che i giovani (che sono il futuro della nazione) trovino la vita sbarrata perché non trovano occupazione”. A seguire ci sono i problemi della
famiglia. “La società – afferma infatti il cardinale – ha bisogno di lavoro e di famiglia”. E quest’ultima “deve essere sostenuta da politiche più incisive ed efficaci anche in ordine alla natalità, difesa da tentativi di indebolimento e promossa sul piano culturale e mediatico senza discriminazioni ideologiche”. Il presidente della Cei mette in primo piano anche le necessità della
scuola, inquadrando la questione nel più ampio contesto della missione educativa. La scuola, afferma il presidente della Cei, “è un grande spazio di istruzione e educazione dei giovani nelle diverse età”. E dunque “non possiamo non rilevare ancora una volta la grave discriminazione per cui, nel nostro Paese, da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti”. Chiudere ogni anno scuole cattoliche, nota a tal proposito Bagnasco, “rappresenta un documentato aggravio sul bilancio dello Stato, un irrimediabile impoverimento della società e della cultura”. Per questo il
prossimo 10 maggio, annuncia il cardinale, ci sarà in piazza San Pietro un evento pubblico a favore della libertà educativa, con la presenza di Papa Francesco.
In definitiva, però, nonostante questi problemi il Paese, secondo Bagnasco, regge. “L’Italia non è una palude fangosa dove tutto è insidia, sospetto raggiro e corruzione. Tutti dobbiamo reagire a una visione esasperata e interessata che vorrebbe accrescere lo smarrimento generale . Nulla deve rubarci la speranza nelle nostre forze se le mettiamo insieme”.