La lettera è stata stampata in 23mila copie ed è già disponibile presso l’ufficio catechistico e sul sito diocesano, diocesi.genova. it. Illustrata da Claudia Torello, è stata distribuita anche presso gli istituti religiosi per consegnarla ai propri alunni. La lettera dell’arcivescovo per il Natale, è ormai una tradizione per l’arcidiocesi. La prima edizione, infatti, venne realizzata in occasione del Natale 2003. Nel testo di quest’anno il cardinale ricorda inoltre ai più piccoli che la testimonianza della propria fede non riguarda solo gli adulti ma tutti i battezzati. «Non pensate – ammonisce il porporato – che testimoniare la fede sia un compito solo da grandi; è di tutti, bambini e ragazzi, giovani e adulti. Affacciati alla porta della vita, siamo passati, quando eravamo piccolissimi, da un’altra porta, quella del Battesimo, che ci ha permesso di entrare nella vita di Dio». Questo, ha proseguito, «è stato possibile perché Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo e ci ha aperto la 'porta' della vita, ci ha condotto alla comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo». «Questo – ha spiegato ancora il pastore – è il mistero del Natale che vorrei narrarvi con l’aiuto e il ricordo dei pastori. Essi sono stati i primi ad essere chiamati dagli Angeli a contemplare e ad adorare la nascita del Figlio di Dio».
I pastori, ha detto ancora il cardinale «hanno adorato il divin Bambino e hanno iniziato un altro 'viaggio': sono diventati testimoni della fede, mandati ad annunciare a tutti la gioia della salvezza, la vita nuova con Gesù e la liberazione dal peccato» e «se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto». Ed è per questo che il cardinale esorta tutti noi, i più piccoli ma anche gli adulti, a «lodare e glorificare Dio», perché è questo che la fede «ci spinge a fare ogni giorno». Infatti, «siamo chiamati a vedere e a riconoscere la presenza del Signore e ad annunciare le cose belle che fa nella vita degli uomini». «La vera vita – ha concluso Bagnasco – non si realizza quando si possiede tanto, ma quando si ama molto».