La beata Guadalupe Ortiz de Landázuri mentre insegna chimica
Come si diventa santi non potendo contare su talenti speciali? Una partita persa in partenza? Possibile che la Chiesa a noi laici chieda “troppo”? Il profilo di Guadalupe Ortiz de Landázuri, la prof di chimica spagnola che oggi viene beatificata a Madrid, prima laica dell’Opus Dei sugli altari, sembra fatta apposta per incoraggiarci. Lo documentano le decine di lettere scritte al fondatore san Josemaría Escrivá - canonizzato nel 2002 - da questa donna impetuosa e serena, dalla limpida energia interiore ma alle prese con i continui inciampi nel cammino di pienezza e gioia cristiana dentro la vita di ogni giorno scoperto seguendo quel giovane prete che nel 1928 aveva aperto la strada alla santità dei laici in mezzo al mondo.
«Mi convinco sempre di più che tutto è buono – scrive a nel 1947 a Escrivá – e ho una tale fiducia che anche le cose che sembrano catastrofi (se non è per poco amore di Dio) mi fanno ridere e non mi spaventano». Guadalupe - che deve il nome al fatto di essere nata il 12 dicembre 1916, festa della patrona delle Americhe - spesso ricorre allo humour, segno di una personalità allegra e autoironica: «Continuo a fare pasticci, ma dato che non faccio caso all’amor proprio, e dico sempre tutto, resto tranquilla quando vedo che si nota». Le lettere al fondatore - una cascata di acqua fresca (tutte su www.opusdei.org) - traboccano di lieta consapevolezza del proprio limite e del dono ricevuto in modo imprevedibile nel 1944 quando incontrò l’Opus Dei cercando la sua strada per uscire da una vita cristiana anonima: «Posso assicurarle che, senza alti e bassi, quasi costantemente trovo Dio in tutto con molta naturalezza – scrive nel 1955 dal Messico, dove in 6 anni aprirà scuole per contadine, residenze per studentesse e centri di avviamento al lavoro femminile –. Credo di essere molto tranquilla. Questa sicurezza di avere Dio nel mio cammino, vicino a me, mi dà entusiasmo in tutto, mi rende facili le cose che prima non mi piaceva fare. Tanto che, senza pensarci, le faccio».
Confessa «la fatica che mi costa essere ordinata, non solo nelle mie cose personali», sorride del fatto che «spesso mi scordo dove ho messo le chiavi, e con questo a volte faccio perdere tempo alle mie sorelle», e questo ce la rende eccezionalmente vicina, vera come una sorella. Una donna del nostro tempo, impavida, tra le prime in Spagna a conseguire una laurea scientifica, dotata di uno sguardo dolce che Ignacio Valdés, docente di pittura alla Scuola d’arte sacra di Firenze diretta da Giorgio Fozzati, ha reso efficacemente nel ritratto ufficiale scoperto ieri in una chiesa di Madrid.
Una «santa della porta accanto», direbbe il Papa, alla quale la chiamata alla santità pare la più normale delle cose, aderendo alla vita come la pelle al corpo: «Ho una preoccupazione: questo cammino che faccio sarà veramente quello del Cielo? Lo trovo troppo comodo…».
Ecco la preghiera per chiedere grazie attraverso l’intercessione di Guadalupe:
O Dio Padre, concedimi, come alla tua serva Guadalupe, di compiere con amore il lavoro di ogni giorno e di manifestare la mia fede e la mia gioia alle persone che incontro, perché ti conoscano e ti amino. Concedimi per la sua intercessione il favore che ti chiedo.
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E guarda la video intervista al prelato dell'Opus Dei, monsignor Fernando Ocáriz: