sabato 5 ottobre 2013
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Papa Francesco era visibilmente a suo agio tra i poveri della mensa Caritas. C’era tanta gente ad aspettarlo fuori, in strada, e quando è sceso dalla papamobile davanti al piccolo edificio che ospita la mensa Caritas, poco lontano dalla stazione di Assisi dalla quale transitano migliaia di turisti, è stato accolto da un bambino che gli è corso incontro e che poi l’ha tenuto per mano fino alla sala dove avrebbero pranzato. Sulla soglia della mensa ad aspettarlo altri bambini, uno in braccio a padre Vittorio Viola, dei Frati Minori, direttore della Caritas diocesana, che attendeva il Papa insieme ad Antonietta Vetturini presidente della Fondazione «Santi Rufino e Rinaldo», braccio operativo della Caritas diocesana. Papa Francesco sempre sorridente è sceso nella sala della mensa dove lo attendevano 57 degli ospiti abituali del Centro di prima accoglienza della Caritas diocesana con alcuni ospiti delle altre strutture di accoglienza della regione. «Grazie di essere venuto!» gli hanno detto, e lui ha salutato tutti e si è lasciato abbracciare, come fosse uno di casa. Ha visto una mamma con una bambina e quasi proteso verso di lei l’ha salutata forse sorpreso di trovare una bambina tanto piccola che, gli ha detto la mamma emozionata, «non ha neanche un mese».Il Papa poi ha benedetto la mensa e prima di sedersi si è rivolto ai suoi ospiti con un «Grazie per avermi invitato!». Accanto a lui il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino, e padre Vittorio Viola che ai microfoni della radio diocesana «Umbria Radio» ha poi raccontato del «clima familiare» in cui si è svolto il pranzo, uno dei pochi momenti di questa giornata intensa in cui teleobiettivi e telecamere hanno fatto un passo indietro rispettando il desiderio di papa Francesco di un momento di semplice incontro. «Il Papa ha accolto tutti come un padre e tutti – ha aggiunto il direttore della Caritas – l’hanno sentito come un padre: chi gli ha dato abbracci, chi poesie, alcuni gli hanno consegnato lettere, altri cantato canzoni, altri hanno raccontato le loro storie difficili». Il Papa «ha una grande umanità» e «più che parlare ha ascoltato» e proprio questo suo ascoltare, ha commentato padre Viola, «è stato la sua "parola" più forte». Parola fatta di gesti, di un modo di «stare» con le persone a tavola che «si avvicinavano spontaneamente a lui per abbracciarlo e che lui accoglieva dando la benedizione o con una preghiera». Nel breve tempo, poco più di un’ora, trascorso alla mensa, il Papa ha anche mangiato qualcosa «ma con sobrietà» poiché durante il pranzo ha ascoltato anche il racconto della vita quotidiana del centro e delle altre case della Caritas e «si è interessato chiedendo il nome alle persone presenti, ha rivolto parole semplici, come uno di famiglia».Il Papa che ad alcuni era parso affaticato dopo la celebrazione della Messa in piazza San Francesco, dopo il pranzo, osserva padre Viola, «è apparso confortato e ci ha ringraziato di questo dono, che in realtà è più un dono per noi».Se dovesse sintetizzare il messaggio di questo incontro padre Viola, che era presente anche all’incontro con i poveri della diocesi, non ha esitazioni: «Il Papa si richiama alla semplicità di Francesco d’Assisi. Le parole pronunciate alla spoliazione richiamano la nostra vocazione, che va sempre riscoperta».
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