domenica 2 marzo 2014
Scuola italiana verso l'appuntamento con papa Francesco del 10 maggio. Il segretario Cei Galantino: «Urgente investire in formazione».
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«Ringraziamo tutti quelli che in­segnano nelle scuole cattoliche. Educare è un atto d’amore, è co­me dare la vita». Questo tweet di sabato matti­na di papa Francesco, ha confortato e con­fermato nel proprio impegno i partecipanti all’incontro sulla scuola, promosso a Porde­none dal parlamentare dei Popolari per l’I­talia, Gian Luigi Gigli, con la collega Simo­netta Rubinato del Pd, gli europarlamenta­ri Antonio Cancian di Ncd e Franco Frigo del Pd, consiglieri regionali e sindaci dell’Anci. All’incontro, organizza­to in vista del grande ap­puntamento della scuola italiana con pa­pa Francesco, il 10 mag­gio in piazza San Pietro, hanno preso parte i rap­presentanti di Fism, A­gesc, Fidae, Cnos e del Movimento salva scuo­le paritarie. «Forti di un patrimonio delle paritarie che coin­volge 120mila allievi, siamo impegnati e pre­parare l’incontro – ha ricordato don Ed­mondo Lanciarotta, segretario della Com­missione Scuola e università della Confe­renza episcopale del Triveneto – offrendo il nostro contributo di analisi, creatività e so­luzioni per superare la crisi, condividendo quanto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è venuto a dire a Treviso, e cioè che la ripresa parte dalla scuola».  Da tutta la scuola, compresa quella parita­ria che, anche da queste parti, è in sofferen­za, perché la chiusura di numerosi istituti «sta determinando una vera e propria e- mergenza formativa, favorendo la disper­sione scolastica». Oltre 2mila bambini in meno, a causa della crisi, solo nelle scuole dell’infanzia. Questo il grido d’allarme lanciato dai gestori pre­senti all’incontro di Pordenone. «Vogliamo un sistema scolastico integrato a misura eu­ropea », hanno insistito i parlamentari. Ed è lo spirito con cui Veneto, Friuli Venezia Giu­lia e Trentino Alto Adige si presenteranno in piazza San Pietro il 10 maggio. Un incontro molto atteso che, però, «non può essere im­poverito con una sua riduzione ad una sor­ta di chiamata alle armi in difesa delle scuo­le paritarie – ha specificato il vescovo Nun­zio Galantino, segreta­rio generale della Cei, al seminario dei respon­sabili regionali degli Uf­fici scuola, Insegna­mento della religione cattolica, Pastorale del­la famiglia e pastorale giovanile, svoltosi in contemporanea a Ro­ma –. Queste sono cer­to nelle nostre preoc­cupazioni, ma l’appun­tamento di maggio in­tendiamo viverlo come un’opportunità che faccia emergere l’at­tenzione che la Chiesa pone per i temi del­la formazione e dell’educazione, per una scuola che è soggetto plurale, articolato, che non può escludere alcuna agenzia educati­va ». E ancora: «Vogliamo che l’evento sia un’esperienza di Chiesa e non di chiesuo­le » e che ci si presenti come «realtà unita e sinfonica, lontana da interessi di bottega, consapevole piuttosto dell’urgenza di inve­stire sulla dimensione formativa come su quella educativa». Un’esigenza, questa, posta in termini dram­matici a Pordenone da don Fabrizio Iacuz­zi, responsabile del Centro di formazione professionale salesiano Bearzi di Udine. «Si teme, da più parti, la dispersione scolastica, ma se non viene sostenuta la formazione professionale, le pubbliche istruzioni si tro­veranno in presenza di problemi gravissimi per i ragazzi che abbandoneranno l’ultima opportunità formativa per finire sulla stra­da ».Pesanti i ritardi degli stanziamenti da parte dello Stato. Ed ecco perché il Trivene­to guarda anche a Bruxelles e a Strasburgo. Con le risoluzioni del 1984 del Parlamento Europeo e del 2012 del Consiglio d’Europa sono stati richiamati gli Stati membri a tu­telare e garantire concretamente il diritto al­la libertà di scelta educativa, sancendo l’ob­bligo di accordare alle scuole paritarie le sov­venzioni necessarie. Un obbligo finora lar­gamente disatteso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Proseguono sul territorio gli incontri in vista dell’appuntamento della scuola italiana con papa Francesco il 10 maggio: «Sarà una grande esperienza di Chiesa»
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