lunedì 12 novembre 2012
​Sos dei vescovi: i tagli dei finanziamenti regionali mettono a rischio il 20% dei corsi e almeno tremila posti nei Centri di formazione professionale, che finora hanno rappresentato un modello a livello nazionale. E questo nonostante i notevoli risparmi che questi Cfp garantiscono allo Stato.
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​Un nuovo allarme sulla “tenuta” della scuola paritaria, è arrivato dalla terza conferenza sul tema, promossa dalla Conferenza episcopale del Triveneto. Lo ha lanciato don Edmondo Lanciarotta, responsabile Commissione scuola, educazione ed università della Cet: oltre alle paritarie dell’infanzia, rischiano di chiudere anche le scuole professionali, i Cfp, almeno per 3mila allievi. In altre parole, «i due aspetti di qualità e di forza che evidenziavano il “modello veneto” stanno per essere smantellati, con grave pregiudizio non solo per il sistema dell’istruzione e della formazione, ma della società tutta in questo territorio».Un sistema che interessa nel solo Veneto circa 150mila tra bambini e ragazzi, dei vari ordini di scuola, per la stragrande maggioranza di area cattolica.Centinaia gli allievi delle realtà paritarie, i loro genitori, i gestori, i rappresentanti di parrocchie e congregazioni religiose che si sono riuniti in fiera a Padova, su invito dei vescovi e delle associazioni Fism, Fidae, Agesc, Cdo, Formaveneto, Msc, ieri a Padova. Più di diciannovemila gli studenti dei Centri di formazione professionale in Veneto. «Appare pertanto illogica – ha detto senza mezzi termini monsignor Lanciarotta – la scelta della Regione Veneto di ridurre nella prossima programmazione 2013/14 e, per i due anni formativi successivi, lo stanziamento  rispettivamente di 5, 10 e 15 milioni di euro, con una riduzione del 20% dei corsi che a regime significa una riduzione di più di 3mila allievi».La Formazione professionale del Veneto presenta un costo ora/allievo di 4,90 euro a fronte di quello dell’istruzione statale superiore del 53% e di una media delle regioni italiane pari a 6 euro ora/allievo. Gli enti versano in una situazione di «estrema criticità finanziaria essendo esposti con le banche per un importo oramai pari al fatturato di un anno per i ritardi di erogazione dei finanziamenti da parte della Regione».Forma Veneto, che rappresenta gli enti di ispirazione cristiana, titolari di oltre l’80% della Formazione iniziale nel Veneto, ha chiesto con forza alla Regione di confermare l’impegno per far proseguire lo sviluppo del sistema, «quale servizio pubblico essenziale mantenendo almeno immutato lo stanziamento per il prossimo anno formativo; l’approvazione in tempi rapidi della legge sulla formazione professionale; un più puntuale pagamento di quanto spettante agli Enti per evitarne il default finanziario».Accorato l’appello del vescovo di Chioggia e delegato della Cet per la scuola, Adriano Tessarollo: «Ancora una volta chiediamo ai politici, di ogni ordine ed ambito, affinché dalle parole ed affermazioni, contribuiscano a portare i fatti e le azioni, cioè operino concretamente per la piena realizzazione del nostro sistema “veneto” che finora ha dato i frutti di educazione, di istruzione, di formazione». Tessarollo ha quindi invitato ogni realtà cristiana, «in questa congiuntura difficile», a «continuare nell’impegno di conservare e sostenere le scuole che sono e continuano ad essere un bene per tutta la comunità».
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