Lo hanno detto in campagna elettorale: Roma sarebbe uscita dagli intrecci soldi-poterecorruzione che l’organizzazione di un’Olimpiade porta con sé. Oggi, la sindaca Raggi e i 5stelle si schierano dietro a quelle promesse quasi fossero un baluardo contro i poteri forti (e tentatori) che, a loro dire, vorrebbero imporre la corsa ai Giochi 2024. Una prova di fedeltà agli elettori o un muro contro muro ideologico? In fondo corruzione e malaffare si possono annidare dietro ogni scelta di governo. Il rischio è che ai romani non resti, come troppo spesso in questi anni, che di guardare la loro città che muore di anoressia politica per assenza di idee e di progetti concreti. Ma se fosse questa la sfida? Di quelle che Grillo, Di Maio e Di Battista invocano nei loro comizi? Le Olimpiadi non sono il diavolo. Nel loro ideale, anzi, si rispecchiano tanti valori a 5stelle. La rivoluzione non è rifiutarle (il mondo ne ha ancora bisogno) ma gestirle nell’onestà, in rete con il resto d’Italia, disegnando la Roma del futuro per il bene (non solo) dei romani. Mancare l’occasione può anche riverlarsi una rinuncia a governare.