a salute dovrebbe essere un diritto universale, ma per molti migranti questo principio resta spesso solo sulla carta. Le difficoltà di accesso ai servizi sanitari, aggravate da barriere linguistiche, lunghe liste d’attesa e costi elevati, rendono difficile accedere a cure adeguate. Quando arrivano in Italia, i migranti sono generalmente in buona salute: difficilmente le famiglie investono risorse per far partire persone malate. Tuttavia, il viaggio e, più frequentemente, le condizioni di lavoro, abitative e alimentari, causano il rapido deterioramento di questo patrimonio di salute.
Il progetto “Salute senza Frontiere” di Lilt dimostra che è possibile abbattere queste barriere. Grazie a interventi di sensibilizzazione e al supporto degli ambasciatori della salute, è stato creato un ponte tra le necessità delle comunità migranti e il sistema sanitario. Avviato nel 2017 dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Milano Monza Brianza, il progetto mirava a promuovere la prevenzione oncologica tra le comunità straniere in Italia, con particolare attenzione a chi ha maggiori difficoltà nell'accesso alle cure.
L’11 dicembre sono stati presentati i risultati ottenuti: maggiore consapevolezza tra i partecipanti e un aumento delle visite mediche preventive. Il progetto si è rivelato particolarmente efficace per chi vive in condizioni di maggiore vulnerabilità, come rifugiati, richiedenti asilo, lavoratori precari e disoccupati. L’evento è stata un’occasione importante per ribadire che il diritto alla salute non deve conoscere confini. Investire nell'inclusione sanitaria non è solo un atto di giustizia, ma una scelta che rafforza l’intera società.