Una borsa per il trasporto di organi - Ansa
Una catena di solidarietà e trapianti incrociati che ha salvato tre pazienti a Padova, L’Aquila e Bologna. E un donatore anonimo, che ha deciso di dare uno dei suoi reni per «senso di gratitudine alla vita». Sa di Natale, e di straordinario, la storia raccontata oggi dal Centro Nazionale Trapianti (Cnt), nel corso di una conferenza stampa presso l’Istituto Superiore di Sanità.
Si tratta della cosiddetta “donazione samaritana”, autorizzata in Italia solo per il rene: questa è la prima realizzata nell'era post Covid. Dal 2010 ne sono state fatte in totale nove, che hanno generato 29 trapianti complessivi. «Il nostro sistema di trapianti è un’eccellenza che si fonda sulla solidarietà – ha dichiarato Giuseppe Feltrin, direttore del Cnt – ed è grazie a persone che decidono di donare che possiamo rispondere alle esigenze di oltre 5.000 pazienti in attesa di un trapianto di rene». Prima di essere ammessi al programma di donazione, i donatori sono sottoposti a valutazione clinica, immunologica e psicologica. In questo caso, come definito dal protocollo nazionale vigente, ben due commissioni di parte terza, una a livello regionale e una a livello nazionale, hanno vagliato la candidatura del volontario, fino al via libera definitivo del Tribunale competente territorialmente, che ha autorizzato il prelievo da vivente, accertando la libertà e la consapevolezza della decisione.
Una giornata da record per la medicina e la solidarietà
Tutto è avvenuto in una giornata: al mattino è stato fatto il prelievo, poi il rene è stato immediatamente portato da un ospedale all'altro dalla Polizia stradale con Lamborghini appositamente modificate per il trasporto organi e nel pomeriggio dello stesso giorno è stato trapiantato su tutti e tre i pazienti nei rispettivi centri riceventi. Complessivamente sono stati 110 gli operatori sanitari coinvolti tra medici, infermieri, psicologi, biologi, personale del Cnt e dei coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna.
«Grazie al donatore samaritano anonimo è partita una catena che ha permesso di effettuare trapianti altrimenti incompatibili - dichiara Lucrezia Furian, direttrice del Centro trapianti rene-pancreas dell'Ospedale di Padova -. Il Cnt ha preso la decisione di moltiplicare il più possibile il valore di questo dono. Il rene del donatore samaritano è stato trapiantato a un paziente che aveva un donatore vivente disponibile ma non compatibile - prosegue -. Contemporaneamente al suo trapianto, il suo donatore non compatibile ha donato a sua volta ad un altro paziente che aveva un potenziale donatore vivente anche esso incompatibile. Il rene finale è andato a una persona in lista per il trapianto da tanto tempo».
«Il motivo profondo del mio gesto - ha detto il donatore anonimo - viene dalla riconoscenza e dalla gratitudine verso la vita, vita con la V maiuscola. Ho ricevuto salute, soddisfazione professionale, amore, amicizia e ringrazio la vita per questi doni».