martedì 17 dicembre 2024
Comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. E sulla Siria: «Pronti a interloquire con la nuova leadership di Damasco»
Giorgia Meloni nel suo intervento alla Camera

Giorgia Meloni nel suo intervento alla Camera - Reuters

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«Nessun isolamento» in Europa, ma Italia «sempre più protagonista» sui dossier che si stanno discutendo. «La nostra straordinaria condizione di stabilità » rispetto «alle turbolenze politiche» di varie nazioni in Europa è «un importante capitale» ed è «interesse nazionale» sottolinearlo, si tratta di una carta preziosa da giocare a livello europeo».

Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’aprire alla Camera le comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre prossimi.

Sempre sul fronte europeo, Giorgia Meloni ha poi aggiunto: «Nonostante le aspre polemiche dico che con nomina di Fitto in Ue è “missione compiuta”. Credo che il ruolo assegnato sia adeguato al peso della nostra nazione in Europa, si conferma la capacità del nostro governo di far valere le ragioni dell'Europa in Italia. Oggi più che mai di fronte a sfide complesse, con il rischio di marginalizzazione della Ue, di irrilevanza, abbiamo bisogno di focalizzare attenzione sulla missione dell'Europa, partendo dalle ragioni profonde che ci tengono insieme». Poi ha citato Aldo Moro: «Disse che l'Europa è "il luogo in cui le nazioni diventano più grandi senza perdere la loro anima, è una casa comune per le differenze". E' una lettura che condivido, molto di più di letture che ho sentito dare di recente».

Sull’imminente Consiglio europeo, la premier si è espressa così: «Sarà di fatto il primo di questa nuova legislatura europea, il primo presieduto da nuovo presidente Antonio Costa che ha manifestato a me e agli altri capi di Stato e governo la volontà di rendere i lavori più snelli e concreti, evitando di addentrarsi nelle conclusioni in questioni di dettaglio. È una impostazione che condivido molto, oggi più che mai di fronte a sfide nuove e più complesse di fronte a cui c'è il rischio di marginalizzazione se non di irrilevanza dell'Europa c'è la necessità di focalizzarci».

Sui temi di politica estera, ed in particolare sulla situazione in Siria, Giorgia Meloni ha affermato: «La caduta del regime di Assad è una buona notizia, giustamente celebrata dalla popolazione siriana dopo oltre un decennio di guerra civile. Le forze ribelli che si sono affermate sono eterogenee, hanno una diversa estrazione e interessi potenzialmente contrastanti. C'è ovviamente preoccupazione per il futuro della nazione. L'Italia, l'unica tra le nazioni del G7 ad avere un'ambasciata aperta a Damasco, è pronta a interloquire con la nuova leadership siriana, ovviamente in un contesto di valutazioni e azioni condiviso con i partner europei e internazionali». E sul Medio Oriente più in generale: «Una pace giusta e sostenibile nella regione potrà raggiungersi soltanto attraverso una soluzione a due Stati che garantisca, tanto gli israeliani quanto i palestinesi, sicurezza e mutuo riconoscimento».

Per quanto concerne il tema migranti, Giorgia Meloni ha ribadito: «Sull'Albania sentenze dal sapore ideologico, ma andremo avanti con i centri», per poi aggiungere: in Europa «l'Italia ha ruolo decisivo, soprattutto per la politica dei rimpatri, va rivisto il concetto di paese di origine sicura, è improcrastinabile la revisione della direttiva sui rimpatri».

Dopo le comunicazioni della premier, è iniziata la discussione generale e subito è stato notato il fatto che tra i banchi della Lega ci sono pochissime presenze, tanto che il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, ha così ironizzato: «Non so cosa è accaduto ai colleghi della Lega oggi, spero nulla di grave per giustificare questa assenza".

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