sabato 15 dicembre 2012
Una falsa associazione di volontari raccoglieva denaro spiegando che sarebbe servito per finanziare eventi di “clown therapy”. Le indagini dei carabinieri hanno portato alla denuncia di dieci persone.
COMMENTA E CONDIVIDI
​Centomila euro di incassi "documentati" In soli sei mesi. Ma nelle tasche dei truffatori smascherati dai carabinieri impegnati nell'operazione "Clown" sono sicuramente finite cifre molto più consistenti, spillate a migliaia di cittadini convinti di lenire le sofferenze dei piccoli malati di cancro. «Nel quartier generale delle false onlus, a Napoli - racconta il maggiore Marco Piras, comandante della Compagnia di Velletri - abbiamo trovato i blocchetti delle ricevute, con annotati nomi dei benefattori e relativi importi». il sospetto, anzi la quasi certezza degli investigatori, è che di blocchetti in giro ce ne siano altri, e che l'infame business sia decisamente più ricco.Dieci le persone denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, praticamente «l'intero verticedi una serie di associazioni - spiega Piras - a struttura piramidale, con un meccanismo tipo "scatole cinesi" in cui i nomi degli stessi soggetti ritornano di volta in volta come presidenti, amministratori, soci, tesorieri».La "sede" era a Napoli: da lì, e dall'hinterland partenopeo, «i volontari (ne sono stati individuati almeno 108, ndr) partivano per raccogliere fondi in tutta Italia, "armatI"  di t-shirt e pettorine con il logo dell'associazione di turno, depliant pubblicitari, tesserini di riconoscimento e false autorizzazioni. Sulle ricevute erano stampati anche i recapiti telefonici: chi, dopo aver versato il suo obolo, chiamava per avere chiarimenti si sentiva rispondere da solerte segretarie pronte a confermare che i fondi raccolti sarebbero andati a finanziare eventi di "clown therapy" e a dare il calendario delle prossime tappe della raccolta.Secondo i carabinieri, tra il 2011 e i 2012 le raccolte per strada e quelle "porta a porta" hanno riguardato 35 province e 93 comuni italiani: a mettere i militari sulla pista giusta, una denuncia presentata ad Ariccia. «Un uomo - ricorda il maresciallo Gianni Coltellaro, comandante della stazione della cittadina laziale - a giugno si è presentato nei locali della nostra Stazione raccontando di avere dato dei soldi al volontario di una sedicente organizzazione di volontari ma di avere avuto dei dubbi quando, cercandone il nome su internet, si era imbattuto in un sito "in costruzione". La verifica fatta ci ha permesso di accertare che in effetti l'associazione esisteva solo sulla carta e che il conto corrente al quale intestare le offerte era vuoto».I truffatori - diversi dei quali legati da rapporti di parentela, quasi tutti con precedenti per truffa o fogli di via rilasciati dai comuni nei quali erano stati sorpresi a chiedere soldi per finta "beneficenza" - non esitavano a millantare una sorta di partnership con grandi ospedali: è il caso, tra gli altri, del Bambino Gesù di Roma, i cui responsabili - appena informati dai carabinieri della circostanza - hanno formalizzato denuncia-querela come parte lesa. Evidente anche il danno indiretto arrecato alla Federazione nazionale clown dottori, che non a caso da tempo dalla homepage del proprio sito invita a fare attenzione ai "clown dottori tarocchi" e mette in guardia da un fenomeno sempre più esteso.  «Quando si decide di versare dei soldi per beneficenza - è la raccomandazione dei carabinieri - è bene diffidare di chi fa richieste estemporanee, magari per strada, e comunque verificare sempre l'affidabilità di chi promuove la raccolta». E se e quando si nutrono dei sospetti, «la regola numero uno è denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: