Era atteso da tempo. Il disegno di legge delega sulla riforma del Terzo settore, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, segna per questo mondo una svolta. «Il Cdm – spiega il presidente del Consiglio Matteo Renzi – ha mantenuto l’impegno che avevo preso ad aprile. Tra le misure approvate e contenute in sette articoli: servizio civile universale, 5 per mille stabilizzato per legge, obbligo di trasparenza per le associazioni, riforma del Codice civile». Il testo nasce dopo un’ampia consultazione delle realtà interessate rispetto alle Linee Guida elaborate dal governo e lanciata dal primo ministro Renzi lo scorso 12 maggio. Il processo ha prodotto ben 762 contributi, di cui 371 da parte di organizzazioni, associazioni, fondazioni, cooperative, reti di secondo livello.La riforma si pone come primo obiettivo quello di semplificare la legislazione vigente, che conta ben 15 misure messe in campo negli ultimi 30 anni. Il governo avrà sei mesi di tempo, dal momento in cui il Parlamento approverà il testo, per l’emanazione dei decreti legislativi che daranno corpo effettivo alla riforma. Con quali e quanti soldi lo si vedrà nel tempo. Le stime che erano state avanzate dagli addetti ai lavori sul fabbisogno minimo parlavano di un miliardo o un miliardo e mezzo di euro, necessari a finanziare almeno il servizio civile universale (l’obiettivo è quello indicato dal premier Renzi: 100mila volontari l’anno), un cinque per mille "pieno" senza alcun tetto, il fondo per le imprese sociali. Ma le cifre reali che negli ultimi giorni sarebbero state individuate dai tecnici del ministero dell’Economia dovrebbero aggirarsi sui 250-300 milioni di euro.Nel ddl delega trovano spazio l’individuazione precisa delle attività considerate non lucrative e dei vincoli per l’attività commerciale strumentale, il riordino e la semplificazione della disciplina degli enti, un registro unico di settore e regole più chiare di gestione che tengano conto della grandezza e della dimensione economica dell’ente.Prevista la revisione della parte del Codice civile relativa agli enti e alle attività con fine solidaristico e di interesse generale. La delega si estende poi anche alla realizzazione di una vera e propria "disciplina degli enti" che indichi e precisi le regole per la costituzione, l’organizzazione e la
governance delle varie realtà del non profit, con un occhio di riguardo per quelle che operano con una consistente attività di volontariato. Il governo sarà chiamato a individuare criteri certi per definire le attività non lucrative e i vincoli all’attività commerciale strumentale, nonché a definire nel dettaglio un regime tributario e una fiscalità di vantaggio per le organizzazioni del non profit.«Il ddl andrà alle Camere – auspica il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba – e si spera che queste possano approvarlo entro l’anno. A questo punto il governo avrà il dovere di trasformare le norme di principio in norme operative e con i primi mesi del 2015 compiere il disegno di riforma». Per Bobba, è stato fondamentale il dialogo con le organizzazioni di Terzo settore. Un dialogo che è «indispensabile che sia mantenuto». La riforma sarà illustrata oggi dal ministro Giuliano Poletti.