Un
pioniere. Così la rivista americana
Time ha definito
Abba Mussie Zerai, il fondatore e presidente dell’ong
Habeshia per l’integrazione degli immigrati provenienti dal Corno d’Africa e il sostegno a progetti di rientro nel Paese di origine.
Noto come “
l’angelo dei profughi”,
don Zerai stesso ha un passato da profugo: 41 anni, scalabriniano, nato in Eritrea, ad Asmara, nel 1992 è fuggito dalla dittatura opprimente della sua Eritrea - in quel momento storico sotto l'occupazione etiope - per raggiungere Roma, dove un prete britannico lo ha aiutato e accolto.
La sua storia comincia così:
padre Moses - come viene chiamato da tutti - pochi mesi dopo il suo arrivo in Italia inizia ad aiutare altri migranti e rifugiati che come lui hanno necessità di chiedere la protezione umanitaria. Il suo motto è «
nessuno è clandestino»: e senza sosta lavora per metterlo quotidianamente in pratica.
Diventare
attivista per i diritti umani è stato quindi lo sbocco naturale della sua vita, grazie anche agli studi compiuti: Filosofia a Piacenza dal 2000 al 2003, Teologia nei cinque anni successivi e poi Morale sociale presso l’Università Pontifica Urbaniana fino al 2010, quando è stato ordinato sacerdote. Subito dopo, nella tarda estate dello stesso anno, è stato il primo a segnalare
la tratta degli schiavi nel Sinai, a cui Avvenire ha dedicato tantissimi reportage e articoli.
La rivista
Time ha sottolineato che per più di dieci anni
Mussie Zerai è stato una vera e propria «ancora di salvezza per migliaia di migranti in difficoltà che viaggiavano su barconi diretti verso l'Europa». Nel 2003
don Zerai ha creato un call center di emergenza: tutti i profughi eritrei conoscono il suo numero di telefono e quando si trovano in pericolo, in mare aperto, su barconi alla deriva, chiamano
padre Moses che immediatamente comunica la posizione alla Guardia costiera e alla Marina italiana. In questo modo migliaia di vite sono state salvate, migliaia di persone hanno ritrovato dignità e futuro in Europa.
I suoi dossier sono diventati in diversi casi la base per inchieste della magistratura internazionale o dei singoli Paesi ed è stato più volte contattato come esperto da vari parlamentari europei.
Candidato al Premio Nobel per la Pace 2015 da Kristian Berg Harpiken, direttore dell’Istituto di ricerca internazionale di pace di Oslo.
Guarda l'intervista a don Mussie (Tv2000):
D1A9El8IrQo;430;242
Tra le altre personalità inserite da Time, nella lista «Titani»: il ceo della Apple Tim Cook, Papa Francesco, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e la moglie Priscilla Chan; nella lista «Leader» Barack Obama, Angela Merkel e Donald Trump; l'attore Leonardo Di Caprio, il regista Alejandro González Iñárritu, la cantante Adele, il velocista Usain Bolt e il pilota di Formula Uno Lewis Hamilton tra le «Icone» e tra gli italiani, nella lista «Artisti», la scrittrice Elena Ferrante, ancora senza un’identità, e Riccardo Tisci, il direttore artistico di Givenchy.