«La Francia intende promuovere un’iniziativa internazionale sulla maternità surrogata ». La promessa dell’esecutivo socialista risale all’ottobre 2014, per bocca del premier Manuel Valls, a nome pure del presidente François Hollande. Ieri i passaggi chiave di quell’intervista alla Croix sono stati ricordati nell’aula parlamentare tante volte. «In un mondo aperto dove tutto si acquista, dove tutto si vende, dove i valori e i princìpi non sono sufficientemente gerarchizzati, il ruolo della legge è di porre dei limiti, di garantire uno zoccolo duro di princìpi che organizzano la vita in società. È la filosofia del mio governo», sosteneva il premier, condannando duramente l’u- tero in affitto come «una pratica intollerabile di commercializzazione degli esseri umani e di mercificazione del corpo delle donne». Inoltre, sempre per Valls, «è incoerente designare come genitori delle persone che hanno avuto ricorso a una tecnica chiaramente proibita» dalla legge. L’estrema fermezza di simili dichiarazioni contro la surrogata, severamente condannata pure da due 'coscienze morali' del Ps come l’ex premier ed ex candidato presidente Lionel Jospin e l’ex presidente della Commissione Ue Jacques Delors, hanno suscitato ieri una pioggia di accuse da parte dell’opposizione, di fronte all’assenza di misure promosse per debellare la piaga. Eppure, nell’ottobre 2013, Valls aveva specificato a proposito della battaglia abolizionista alle viste: «Su richiesta del presidente della Repubblica, il ministro degli Affari Esteri, Laurent Fabius, prenderà nelle prossime settimane delle iniziative per trovare il quadro appropriato. Sarà un’azione di lungo termine». Il momento nel quale si era meglio palesato l’impegno dei socialisti a dire basta alla surrogazione di maternità si era però registrato in quell’appello solennemente proclamato a Parigi il 14 luglio 2014, festa nazionale e data simbolica per la Francia repubblicana e laica, firmato da personalità di primo piano della sinistra e da migliaia di cittadini per chiedere al presidente Hollande di «opporsi pubblicamente al riconoscimento giuridico dei contratti di maternità surrogata» perché «gli esseri umani non sono cose».
Una presa di posizione coraggiosa che stride con la prudenza e le astuzie parlamentari esibite ieri dai socialisti. Nella sinistra francese è comunque viva un’innegabile spinta per cercare di cancellare la piaga anche ben oltre le frontiere transalpine ed europee. Ma come si è visto ieri la posizione di una parte dei deputati socialisti resta condizionata dai tatticismi ereditati dal doloroso dibattito attorno alla legge sul 'matrimonio per tutti'. All’epoca, nel quadro di un dibattito lungo e lacerante per tutto il Paese, le frange Ps più libertarie avevano talora annuito alle rivendicazioni di una liberalizzazione della surrogata presentate da alcune associazioni omosessuali. Ma il peso di questi trascorsi non reggerà nel tempo, sostengono gli abolizionisti della gauche.