venerdì 10 luglio 2009
L'uomo incastrato dal Dna: in casa sua trovato il coltello col quale avrebbe minacciato le vittime, film di violenze sulle donne e persino il braccialetto di una delle ragazze aggredite. L'uomo, che da un anno coordinava un circolo locale del Pd, aveva un precedente per violenza sessuale.
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Qualche quotidiano lo aveva soprannominato “l’uomo che odia le donne”. Qualcun altro, il “serial raper”, con un’espressione da film americano. Alla fine, proprio come in un poliziesco, a incastrarlo potrebbe essere stato l’esame scientifico del test del Dna. Da ieri sera, c’è un sospettato in stato di fermo per i tre recenti episodi di violenza sessuale compiuti in garage condominiali da un bruto con passamontagna, che avevano destato molta preoccupazione nella capitale.Il fermato si chiama Luca Bianchini, è un cittadino romano nato nel 1976, impiegato come contabile nel quartiere di Cinecittà, con studi da ragioniere, ma prossimo alla laurea in Giurisprudenza. Nel suo passato c’è un precedente per una tentata violenza risalente a dodici anni fa. L’uomo, da circa un anno, è coordinatore del circolo del Pd del Torrino, una zona periferica molto vicina al quartiere Ardeatino dove vivono i genitori del ragazzo e dove sono stati commessi almeno due stupri. Al circolo ora molti militanti e tesserati sono sconvolti.  E il coordinatore romano del Pd, Riccardo Milana, annuncia: «È stato immediatamente sospeso dall’incarico e dal partito». Ma lui respinge ogni addebito: «Vi state sbagliando, avete preso un abbaglio», ha risposto ieri al pm Antonella Nespola, durante l’interrogatorio. Ma gli investigatori della Mobile romana, guidati da Vittorio Rizzi, sono convinti che sia responsabile quantomeno delle ultime tre aggressioni. E indagano per verificare le circostanze di un’altra quindicina di stupri, tentati o consumati, che potrebbero essergli attribuiti. «È la fine di un incubo – sospira il questore di Roma, Giuseppe Caruso –. Abbiamo setacciato interi quartieri, condominio per condominio, per scovarlo. È un insospettabile, dalla vita apparentemente normale».Gli oggetti trovati in casa: film di violenza sulle donne e bamboline voodoo.  Bamboline di cera rossa alle quali erano stati applicati aghi e chiodi; piccole bottiglie di vetro contenenti pozioni per ottenere amore e salute; guide per compiere riti esoterici. E ancora: dvd pornografici aventi per oggetto violenze sessuali dai titoli eloquenti come "Stupri gallery" o "realmente stuprate". Sono solo alcuni degli oggetti rinvenuti in un mobile della sala da pranzo di Luca Bianchini, debitamente nascosti in un doppiofondo. Oggetti che sono stati mostrati dalla polizia di Roma e che ben descrivono la psicologia dell'uomo accusato degli stupri della Bufalotta e dell'Ardeatino. Tra gli oggetti ritrovati nel mobile, figurano anche fascette di plastica nera, simili a quelle utilizzate per immobilizzare le vittime, ed un braccialetto forse appartenente ad una delle vittime. Infine, dei fogli dattiloscritti in cui venivano riportati due riti definiti di "Halloween" e "Rito con scudo per ottenere l'amore" che sarebbero stati consegnati a Luca Bianchini da un mago.I tre episodi addebitati. Il Dna rilevato dagli investigatori coinciderebbe con quello trovato dopo l’aggressione di Tor Carbone, avvenuta la notte del 2 luglio scorso, a una studentessa di 20 anni. E sarebbe pure compatibile con quelli rilevati nella violenza a una giornalista alla Bufalotta, la notte tra il 3 e il 4 giugno scorsi, e ad un’altra donna il 5 aprile scorso in zona Ardeatina. La pista dell’auto e le indagini d’archivio. Al sospettato, gli investigatori sarebbero arrivati incrociando i risultati di due diverse piste: la descrizione di un’auto e un’indagine d’archivio su vecchi casi compiuti con modalità analoghe. I poliziotti hanno analizzato centinaia di vecchi fascicoli contenenti denunce di casi analoghi. Un faldone alla volta, hanno individuato una serie di potenziali indagati, fino a stringere il cerchio attorno a Bianchini.Video porno e un coltello. Nella foto segnaletica scattata in questura, il “ragioniere” ha lo sguardo fisso, la testa rapata e un’ombra di barba sulle guance. Durante le perquisizioni nella casa dei genitori, in via di Tor carbone, e in quella dove lui viveva da solo, sulla via Tuscolana, i poliziotti hanno trovato potenziali prove, come un nastro del tipo di quello impiegato per legare le tre donne e un coltello da cucina simile a quello intravisto dalle vittime. Nella casa di Bianchini, gli agenti hanno scoperto anche indizi rivelatori d’interessi maniacali: da files nel computer fino a un libro poggiato sul comodino, “Criminal Profile” dello studioso Massimo Picozzi. E infine una collezione di videocassette pornografiche, tutte con la stessa disgustosa trama di violenza sessuale. “Vi stuprerò”, è il titolo di un Vhs. Parole che oggi è troppo facile interpretare come un brutale programma d’azione.
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