lunedì 5 marzo 2012
Dopo la tragedia di domenica a Brescia, in cui hanno perso la vita in quattro, altre due donne sono state uccise dai rispettivi compagni a Verona e a Piacenza. La psicologa: molti uomini non si rassegnano ai rifiuti.
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Una ecuadoriana di 49 anni è stata uccisa in strada a colpi di pistola da un uomo, fuggito poi in bicicletta. È successo stamattina a Piacenza e sul caso sta indagando la squadra mobile. A chiamare la polizia è stato un passante, che ha assistito alla scena. La donna stava camminando quando un uomo le si avvicinato e le ha sparato 4 colpi d'arma da fuoco. La vittima è morta sul colpo mentre l'assassino è scappato su una bicicletta. Sul posto la polizia sta effettuando i rilievi. Quello che è quasi con ogni certezza l'assassino di Esmeralda Hilsa Romero Encalada, la donna diorigini ecuadoriane, 49 anni, uccisa in strada a Piacenza, si è poi suicidato.L'uomo, di cui si stanno accertando le generalità, si è sparato alla testa con quella che sembra essere la stessa pistola del delitto in una cantina di Via delle Teresiane.

UOMO STRANGOLA MOGLIE A VERONA "Una famiglia modello": è la descrizione fornita dai vicini di casa, a Mozzecane (Verona), che sembrano non trovare una ragione del dramma che si è consumato nella casa di Giovanni Lucchese. L'uomo, 56 anni, ieripomeriggio ha strangolato la moglie Gabriella Falzoni, 51, in un eccesso di gelosia e poi si è costituito. Prende intanto corpo l'ipotesi che all'origine del litigio furibondo che ha preceduto l'omicidio ci sia stata la lettura da parte dell'uomo di alcuni sms sul telefonino della moglie. Messaggi che gli avrebbero fatto credere, forse in una situazione già divorata dalla gelosia pare senza apparente motivo, che la donna avesse una relazione. "Una famiglia per bene - ricorda il parroco, don Pietro Salvetti - che frequentava la parrocchia. Il figlio è impegnato nel volontariato, è uno scout. Ieri erano andati a messa tutti i tre assieme. In questo momento il mio pensiero va al ragazzo: a 18 anni ha perso la madre per mano del padre. Dobbiamo trovareforza nella preghiera". Il figlio non era a casa al momento del delitto. Quanto è rientrato ha trovato i carabinieri che erano appena arrivati ed è svenuto. Il sindaco di Mozzecane, Thomas Piccinini, dopo aver appreso della tragedia si è andato nella villetta dei Lucchese, ma oggi preferisce non commentare.  L'uxoricida e la moglieerano tornati venti giorni fa da un viaggio in Kenya, una delle frequenti vacanze che la coppia si concedeva in una vita apparentemente felice.LA PSICOLOGA OLIVERIO FERRARIS: FRUTTO DI EDUCAZIONE MASCHILISTALa sequenza di omicidi contro le donne avvenuti tra ieri e oggi rivela che "molti uomini hanno ancorauna mentalità tradizionalista che deriva spesso dall'educazione maschilista che hanno ricevuto". Lo dice all'Adnkronos Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell'età evolutiva dell'università Sapienza di Roma.

"Secondo questa visione maschilista, il fatto che la donna rifiuti l'uomo e lo allontani è un'offesa talmente alta che non può ssere tollerata, un'offesa talmente grande che deve essere lavata con il sangue". Secondo Ferraris, "i giovani dovrebbero crescere con una mentalità diversa, anche se la famiglia italiana tende sempre a infantilizzare, a proteggere l'uomo, che spesso quando finisce una relazione non riesce a immaginare un tipo di vita autonoma rispetto alla donna". "La donna per l'uomo finisce per rivestire non solo il ruolo dicompagna o di amante ma rappresenta per lui simbolicamente la casa, quindi la protezione, l'immagine materna - conclude - È infatti statisticamente provato che dopo una separazione è più facile per ledonne che per gli uomini ricostruirsi una vita".
 

LA STRAGE DI BRESCIANel piccolo giardino della villetta a schiera dove un uomo, la scorsa notte, ha ucciso l'ex moglie, il suo nuovo compagno, la figlia di lei e il fidanzato di quest'ultima, stamani c'erano i segni di una normale vita famigliar, sconvolta però dalla furia omicida. Un dondolo, una bicicletta da bambino, qualche oggetto da giardino rovesciato.Dentro la casa, invece, giacevano due cadaveri, e altri due, sulla strada, dalla parte opposta della palazzina, erano a terra immobili sotto le coperte termiche del 118. Quattro persone morte, tra cui due giovanissimi: è ilterribile bilancio di una notte di follia avvenuta a Brescia, in via Raffaello, una zona periferica, dove tutti si conoscono e dove la donna bersaglio del delitto lavorava come insegnante.    A uccidere, a colpi di pistola, è stato un camionista di 34 anni, Mario Albanese, che poi, secondo alcuni testimoni, ha tentato a sua volta di farla finita rivolgendo verso di sè l'arma ma che è stato bloccato da un coraggioso carabiniere che vive vicino. Era folle di gelosia, e aveva assunto droga.   Secondo la prima ricostruzione della Squadra mobile di Brescia, che ha condotto le indagini coordinate dal sostituto procuratore Antonio Chiappani, intorno alle 3 e mezza Albanese è giunto davanti alla casa dell'ex moglie e l'ha attesa. Quando è arrivata in auto, in compagnia di un amico, Albanese è uscito alla scoperto e ha sparato più colpi di pistola, ferendoli, e quindi è entrato in casa della donna, dove si trovavano la figlia che l'ex moglie aveva avuto da un'altra relazione, e un ragazzo, il suo fidanzato, uccidendoli senza pietà. Fortunatamente ha risparmiato le sue tre bambine, di 10, 7 e 5 anni (quelle che aveva avuto con la donna) che erano in casa al momento della strage. L'uomo, quindi, come in una lucida mattanza, è tornato in strada e, secondo alcuni testimoni, hasparato nuovamente contro l'ex moglie e l'amico, che erano riusciti a trascinarsi fuori dalla vettura. Davanti alla casa, quindi, oltre ad alcune persone svegliate dai colpi di pistola, è arrivato anche l'appuntato deicarabinieri che abita a pochi metri di distanza. "Mario, che hai fatto?", gli ha urlato. Albanese si è puntato la pistola alla testa, ma l'arma si è inceppata e allora con un balzo il militare lo ha bloccato, trattenendolo fino a quando è arrivata in ausilio anche una Volante della polizia.   L'arrestato, sentito in questura dopo essere stato portato all'ospedale per delle analisi antidroga, è stato interrogato dal pm ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha detto solo che l'arma, una Beretta semiautomatica con la matricola abrasa, se l'era procurata "da qualche tempo". Il narcotest ha poi confermato che aveva assunto droga, forse cocaina, mentre in tasca gli sono state trovate alcune dosi dicannabinoidi. L'obiettivo della sua follia si chiamava Francesca Alleruzzo, 45enne maestra in una scuola elementare del quartiere. Il suo amico, Vito Macadino, aveva 56 anni. Le altre due vittime sono la figlia della donna, Chiara Matalone, e il suo fidanzato, Domenico Tortorici, entrambi 19enni, arrivati dalla Calabria e a Brescia solo di passaggio per trovare la madre di lei, della quale erano ospiti.    Le indagini hanno evidenziato che nonostante il divorzio, due anni fa, i due ex continuavano ad avere una relazione altalenante. E l'arrivo di un nuovo 'amicò avrebbe scatenato la furia omicida del camionista.

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