Mettersi insieme, lavorando in rete per
condividere iniziative e aspetti sociali e culturali dei diversi
quartieri di Palermo con l'intento di migliorane la qualità
della vita. Con questo auspicio nasce nel capoluogo siciliano
'Social Street Palermo". Social Street Palermo è un progetto di
partecipazione dal basso che già coinvolge 40 gruppi cittadini e
che consente, infatti, di conoscere attraverso i social network
persone con le quali condividere attività quotidiane.Tra le
proposte attività ludiche per i bambini, gruppi di lettura per
gli anziani, e per i pollici verdi il mantenimento di aiuole e
giardinetti e la costituzione dell'orto urbano di condominio. Le
social street a Palermo - racconta Redattore Sociale - agevoleranno anche l'amministrazione che
potrà ascoltare più rapidamente la voce dei cittadini riguardo
anche ai problemi.
A lanciare l'idea è stata l'agenzia pubblicitaria Altraforma,
che ha realizzato, oltre a un sito web, anche dei gruppi su
Facebook, nei quali chi vuole può iscriversi in base a
un'appartenenza territoriale o culturale.Sabato scorso, alcuni
gruppi sono già stati presentati alla Real Fonderia: quelli
attivi sono Sciuti-Restivo, Partanna Mondello, Mondello Valdesi,
Centro storico - Capo, Centro storico- Teatro Massimo, Ballarò,
Vucciria, Zisa-Via Lascaris, Malaspina-Lolli, Uditore, Cruillas,
Fiera, Noce, Politeama, Cittadella universitaria, Calatafimi,
Borgo Nuovo, Policlinico, Bonagia, Montepellegrino, Laurana.
Ciascun capogruppo ha presentato la lista delle iniziative da
proporre agli aderenti.
Il numero dei partecipanti aumenta quotidianamente attraverso le
adesioni ai gruppi creati su Facebook oppure attraverso il sito
www.socialstreetpalermo.it.Diverse le associazioni coinvolte nel
progetto: Centro Tau, Coworking Re Federico, Fare strada Palermo,
Parco Turrisi, Ali cooperativa, Parco Luparello e la Piazzetta
Mediterraneo. Per i sociologi di Palermo Fabio Lo Verde e Gianna
Cappello ci sarà il compito di monitorare i risultati del
progetto e valutarli dal punto di vista scientifico.Il progetto
ha già creato, infatti, una comunità di cittadini solidali e
partecipativi che stanno proponendo iniziative collettive fra gli
abitanti di una stessa zona o quartiere.
La social street del centro storico, attualmente la più
numerosa, ha individuato, grazie al contributo di due cittadini,
un problema relativo al vicolo della chiesa di Sant'Orsola,
attualmente nel degrado. A breve verrà organizzato un evento con
musica, proiezioni e cibo che verrà preparato dai partecipanti.
La zona potrebbe diventare una sorta di 'quartier generale' per
il fenomeno delle social street cittadine.C'è chi propone la
condivisione del parcheggio: in città numerosi condomini sono
provvisti di parcheggio. La mattina si potrebbe condividerlo con
qualcuno, piuttosto che lasciarlo libero. C'è invece chi propone
la nascita degli orti urbani e dei giochi per i bambini del
quartiere. La Social street Zisa sarà inaugurata presto con una
bella festa in piazza con musica e aperitivo multietnico.
"L'idea - spiega Rosa Tinnirello, una delle fondatori di Social
Street Palermo - parte dal modello dell'esperienza di Bologna. La
città è di tutti soprattutto di chi la abita e la vive ogni
giorno. Il progetto è un movimento di condivisione che non vuole
sostituirsi alle associazioni nè alle istituzioni. L'obiettivo
è quello di accrescere il senso della collettività e del bene
comune, mettendo in comunicazione più persone di uno stesso
quartiere che vogliono spendersi per migliorare la qualità della
vita attraverso il metodo partecipativo e cooperativo. Insieme ai
propri vicini si può creare un quartiere più vivibile, più
bello, più pulito, più condiviso, insomma, si può vivere
meglio e grazie ai social network tutti sono in grado di
organizzarsi per fare qualsiasi cosa insieme. L'intento è quello
di attivarsi personalmente per ciò che interessa il luogo in cui
si abita, senza lamentarsi ma dando liberamente il proprio
contributo anche in termini di proposta".
"Social Street non si sostituisce alle 'belle' persone o realtà
che già esistono, non è, infatti, un'alternativa alle
associazioni. È esclusivamente un modo per organizzarsi grazie
ai social media - ribadisce Angelo Zito, socio-fondatore del
progetto -. Social street non vuole gestire le persone o le
associazione ma vuole creare una metodologia per interagire
insieme con tutta la libertà di movimento e di proposta che ci
può essere. Noi vogliamo essere soltanto dei facilitatori di un
sistema che più portare a migliorare la città".