Quanti sono i bambini nati in Italia da genitori stranieri? Da quali comunità provengono? E qual è il contributo che l’immigrazione stabile dà alla nostra situazione demografica? Mentre infuria la polemica sull’opportunità o meno di concedere la cittadinanza ai bambini stranieri nati nel nostro Paese (o che qui hanno studiato), è utile analizzare anzitutto i numeri per come si possono desumere dai rapporti Istat su 'Natalità e fecondità della popolazione residente' e dal 'Bilancio demografico nazionale'.
Il trend di nascite in calo. Il bilancio demografico generale del nostro Paese è in rosso ormai da parecchi anni. Non solo calano le nascite, come vedremo, ma il numero dei morti supera quello dei nati rendendo così negativo il saldo naturale (-142mila unità solo nel 2016). Risultato: la popolazione totale è in calo (-76mila in un anno) e, se non fosse per l’apporto dell’immigrazione, il deficit sarebbe assai più ampio. Limitandosi ai nati nel nostro Paese, il trend è quello di un calo costante. Lo scorso anno sono venuti al mondo in Italia appena 473.438 bambini, oltre 100mila in meno rispetto al 2008 e in calo di 12mila unità sul 2015. Tra questi hanno genitori entrambi stranieri 69.379 bambini, il 14,7% del totale. Sono questi i bambini potenzialmente interessati all’acquisizione della cittadinanza italiana attraverso una qualche forma di Ius soli temperato, mentre un’altra quota di bambini, stimabile fra i 20 e i 25mila è nato da un genitore straniero e uno italiano e dovrebbe dunque godere già, per Ius sanguinis, della cittadinanza italiana. Senza i bambini nati da genitori stranieri, invece, le nascite di 'italiani da italiani' si fermerebbero nel nostro Paese a quota 380mila, poco più della metà rispetto al numero di decessi – 615mila lo scorso anno – rendendo il saldo naturale quasi il doppio di quello attuale (intorno a -235mila unità). Con una prospettiva di sempre maggior riduzione delle nascite, a fronte di una stabilità o un aumento dei decessi dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione, il Paese è destinato o a svuotarsi, con significativi cali della popolazione, o ad accogliere una sempre maggiore quota di immigrazione 'adulta' dall’esterno.
Fertilità in calo per tutte. A confermarlo sono le cifre della fecondità in Italia, anch’esse in costante calo. Il numero medio di figli per donna, infatti, è arrivato al minimo di 1,34 nel 2016 (era l’1,46 nel 2010). Si tratta della media di 1,27 figli per donna italiana e 1,94 per donna straniera residente nel nostro Paese. Dati che, è interessante notarlo, sono entrambi in calo da 1,34 e 2,43 nel 2010, segno che da un lato la crisi economica e dall’altro i cambiamenti culturali finiscono per incidere in maniera significativa sulle scelte riproduttive sia degli italiani sia degli stranieri qui residenti. Anche la quota di 69.379 bambini nati da genitori stranieri, infatti, risulta in diminuzione rispetto ai 72.096 dello scorso anno, ben 10mila in meno in confronto al picco del 2012. Un calo che – oltre a quella sorta di 'adattamento all’ambiente' prima descritto – si deve anche ad altri due fattori: la diminuzione dell’ingresso di donne in età fertile nei flussi migratori e la progressiva acquisizione della cittadinanza italiana da parte di donne straniere da tempo residenti nel nostro Paese. Se dunque l’apporto delle nascite da genitori stranieri non può essere considerato di per sé 'risolutivo' per la crisi demografica del Paese, è pur tuttavia altrettanto vero che senza questo apporto l’inverno delle nascite sarebbe assai più rigido.
La nazionalità e la religione. C’è un altro dato, però, che è interessante analizzare ed è quello della nazionalità di provenienza delle madri dei bambini stranieri nati nel nostro Paese. Il primo gruppo, che assomma oltre il 20% del totale, è quello delle romene (19.123 nati nel 2015), seguite da marocchine (11.888), albanesi (9.257) e cinesi (4.070). Queste quattro comunità da sole rappresentano poco meno della metà (47%) delle nascite da madri straniere residenti in Italia. Secondo uno studio del 2013 del Ministero dell’Interno, il 40% dei bambini nati da stranieri è di religione o di 'cultura' musulmana; altri istituti di ricerca, invece, stimano tale percentuale tra il 30 e il 35%, mentre cristiani e cattolici sarebbero tra il 50 e il 60%.