Manette per chi inciterà al negazionismo o al genocidio: lo prevede la legge definitivamente approvata dall'Aula della Camera l'8 giugno dopo una lunga "navetta" con il Senato. Negare la Shoah, la persecuzione e genocidio del popolo ebraico, non sarà più possibile. Ma non sarà più possibile anche propagandare idee fondate sul razzismo e l'odio etnico e commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi. Le pene sono severe.
Il testo approvato a Montecitorio prevede, in
particolare, la reclusione fino ad un anno e sei mesi o la multa
fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla
superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a
commettere o commette atti di discriminazione per motivi
razziali, etnici, nazionali o religiosi.
La reclusione andrà da
sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a
commettere o commette violenza o atti di provocazione alla
violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Viene, quindi, vietata ogni organizzazione, associazione,
movimento o gruppo che abbia tra i propri scopi l'incitamento
alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali,
etnici, nazionali o religiosi: chi vi parteciperà rischierà sei
mesi a quattro anni di prigione, che passeranno da uno a sei
anni per chi quelle associazioni promuove o dirige.
Viene quindi prevista nell'ordinamento penale la reclusione
da 2 a 6 anni, nei casi in cui la propaganda, l'istigazione e
l'incitamento si fondino "in tutto o in parte sulla negazione
della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro
l'umanità e dei crimini di guerra" come vengono definiti dallo
Statuto della Corte penale internazionale.