Via libera della commissione Affari costituzionali della Camera al "cuore" della nuova legge elettorale, frutto dell'accordo tra Pd, Forza Italia, M5S e Lega. Dopo una serie di emendamenti che hanno corretto e modificato in alcuni punti il maxiemendamento del relatore Emanuele Fiano, con cui si è cestinato il Rosatellum e si è scelto un sistema proporzionale alla tedesca, poco prima dlela pausa pranzo la commissione ha approvato il nuovo testo della riforma: «Domani daremo all'Aula un testo buono e razionale. Mancano ancora - spiega Fiano - pochissimi emendamenti da approvare e la legge è sostanzialmente arrivata al termine». Domenica, al termine di una maratona di 11 ore in Commissione, erano state apportate ulteriori modifiche, dopo quella di sabato che aveva ridotto il numero dei collegi: sono stati, infatti, il capolista non sarà più il primo a scattare come eletto, ma passeranno prima i vincitori dei collegi uninominali e poi i candidati delle liste proporzionali - e le pluricandidature, per cui un candidato si potrà presentare solo in un collegio e in una lista proporzionale e non più in tre circoscrizioni come in precedenza. Inoltre novità sono state apportate alla quota di genere sia tra i candidati nei collegi che nelle liste proporzionali e sono state diminuite le firme a sostegno delle liste, come chiesto dai partiti più piccoli. Oggi le quote di genere sono state introdotte anche per il Senato.
Ma vediamo come si configura il testo che è in via di approvazione.
SOGLIA DI SBARRAMENTO AL 5% NAZIONALE - Sono eletti in Parlamento solo deputati e senatori collegati sulla scheda a liste di candidati che superino il 5% nazionale di consenso.
UNA SOLA SCHEDA, UN SOLO VOTO - L'elettore italiano riceverà due schede: una per votare alla Camera e una al Senato. Su ciascuna di esse dovrà mettere una sola croce che attribuirà al contempo il voto per il candidato nel collegio uninominale e per la lista proporzionale con il suo stesso simbolo.
60% PROPORZIONALE E 40% MAGGIORITARIO - La nuova legge elettorale è per il 60% proporzionale e per il 40% maggioritaria. Alla Camera i collegi uninominali assegnati con il maggioritario saranno 232 (1 in Val d'Aosta e 6 in Trentino Alto Adige previsti da norma ad hoc più 225 in palio nelle altre Regioni secondo la rispettiva popolazione). Al Senato saranno 112.
I seggi che saranno assegnati con il proporzionale saranno 398 alla Camera e 203 al Senato.
60% CANDIDATI UOMINI E 40% DONNE IN COLLEGI, ALTERNANZA IN LISTE - Ogni forza politica dovrà presentare nei collegi uninominali non meno del 40% di candidature femminili. Nelle liste bloccate per l'elezione con la proporziale si dovranno alternare candidati donne e uomini.
28 CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI PER ASSEGNARE SEGGI PROPORZIONALI - L'Italia viene suddivisa in 28 circoscrizioni elettorali per l'assegnazione dei seggi della quota proporzionale. I candidati nella quota proporzionale saranno indicati dai partiti in liste che possono avere un minimo di 2 e un massimo di 6 candidati.
CHI VINCE LA SFIDA NEL COLLEGIO ENTRA IN PARLAMENTO - Nei collegi vince il candidato che prende più voti. Chi vince nei collegi è sempre eletto in Parlamento, alla sola condizione che la lista di partito a cui è collegato abbia superato lo sbarramento del 5%.
CAPILISTA ENTRANO DOPO VINCITORI COLLEGI - Chi vince nei collegi entra in Parlamento con priorità rispetto a tutti i candidati del suo stesso partito indicati nella lista proporzionale. Solo dopo l'assegnazione dei seggi ai vincitori nei collegi uninominali infatti saranno assegnati i seggi ai candidati nella proporzionale. Si seguirà l'ordine di candidatura in lista. I capilista saranno dunque i primi a entrare dopo i vincitori nei collegi. Se una lista che supera il 5% non vince nessun collegio il primo a
entrare in Parlamento sarà il meglio piazzato fra i non eletti e non i capilista.
CANDIDATURE PLURIME NO, POSSIBILE UN SOLO INCROCIO COLLEGI-LISTE - Ci si potrà candidare in contemporanea solo in non più di un collegio maggioritario e una lista proporzionale.
MENO FIRME E MENO BUROCRAZIA PER PRESENTARE LE CANDIDATURE - Viene semplificata la procedura per presentare le candidature al Parlamento e ridotto il numero di firme necessarie presentarle.