Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra - .
Sabato prossimo Luigi Sbarra sarà a Firenze, in una delle tre grandi manifestazioni organizzate dai sindacati per spingere governo e Parlamento a prorogare il blocco dei licenziamenti in scadenza a fine mese. Ma accanto alla difesa dell’occupazione Cgil, Cisl e Uil chiedono che il Paese ponga tra le sue priorità il tema della sicurezza sul lavoro, della difesa dei diritti e della legalità in tutti i settori economici. A maggior ragione dopo l’uccisione durante una protesta di Adil Belakhdim, episodio che segnala un’esasperazione dello scontro sociale. «Sono ancora incredulo per la tragica morte di questo giovane sindaca-lista, padre di due figli. Un fatto che ha ci molto colpito e addolorato – racconta il segretario generale della Cisl in questa intervista -. Nel Paese esistono diversità nell’esercizio della rappresentanza sociale, tante differenze storiche tra il sindacalismo confederale e le sigle autonome. Ma la libertà sindacale va sempre garantita perché è sinonimo di democrazia in un Paese civile. Ecco perché magistrature e inquirenti devono fare subito piena luce sull’accaduto». Nello stesso tempo «occorre aprire una discussione seria - aggiunge Sbarra - sulle giuste tutele e diritti da garantire ai lavoratori della logistica, della gig economy, nell’agricoltura e in tutti i settori dove c’è oggi uno sfruttamento selvaggio. Lo ha giustamente richiamato giorni fa anche papa Francesco, riconoscendo il ruolo del sindacato, spronandolo a cambiare questo sistema economico mettendo al centro il valore del lavoro e la dignità della persona».
Nella logistica c’è un clima da far west, una guerra tra poveri: stiamo tornando all’Ottocento?
Sì, è evidente che in quel settore si stanno consumando episodi continui di violenza, di intimidazione e di inciviltà, che riportano indietro nel tempo le relazioni industriali. In molti casi perdura una situazione di bassi salari, subappalti selvaggi, false cooperative, mancato rispetto dei contratti, dei diritti fondamentali. È un brutto segnale per il Paese, un’involuzione.
Ma qualcuno accusa i Cobas per il ricorso ai picchetti...
Guardi, picchetto o non picchetto, qui è morta una persona , un sindacalista che stava manifestando. Non si può essere aggrediti mortalmente con una violenza inaudita quando si protesta o si sciopera. Non si può morire di lavoro o per il lavoro. Il settore della logistica è spesso una giungla, tra contratti pirata ed una selva di subappalti, dove l’80% dei lavoratori sono immigrati, senza orari, straordinari, diritti.
Il sindacato confederale non sempre riesce a rispondere alle rivendicazioni in questo settore. È una sfida anche per voi?
Il sindacato fa le sue battaglie ogni giorno con grande coraggio e determinazione. Siamo impegnati da tempo su questi temi con le nostre categorie e un mese fa la Fit Cisl ha rinnovato con le altre federazioni il contratto collettivo della logistica. Ma il sindacato confederale è osteggiato da molte aziende che non rispettano più accordi e contratti cercando solo maggiori profitti, applicando un costo del lavoro più basso del 40%. La filiera della logistica si è polverizzata e si sta andando avanti con contratti pirata, firmati da personaggi che indossano la mattina la giacchetta del sindacalista e nel pomeriggio del padroncino. Una vergogna. Il problema sono anche i mancati controlli degli enti preposti. Ci troviamo di fronte a multinazionali della logistica e dell’economia digitale che fanno finta di niente e intanto fanno profitti e affari d’oro. L’E-commerce è un settore in grande crescita, ma non può diventare una terra di mezzo fuori dalle regole.
La Cgil vuole una legge sulla rappresentanza per fermare i contratti pirata. Qual è la sua posizione?
Affidare la materia della regolazione dei contratti e della rappresentanza al Parlamento sarebbe un vero disastro, oltre che un precedente ed una grave intromissione nel ruolo libero ed autonomo delle parti sociali. Noi riteniamo che bisogna far attuare gli accordi che abbiamo sottoscritto in questi anni con le associazioni imprenditoriali per certificare e regolare la rappresentanza del sindacato e delle imprese, proprio per arginare i contratti pirata e il dumpingsalariale. La via pattizia per la Cisl rimane centrale. Bisogna sanzionare le imprese che non rispettano i contratti collettivi firmati dalle organizzazioni più rappresentative. Non servono leggi.
Il 26 giugno tornate nelle piazze per chiedere una proroga del blocco dei licenziamenti. La ripresa in corso non basta a salvare il lavoro?
I dati sull’aumento della povertà, un milione di posti di lavoro persi nell’ultimo anno, 5 miliardi di ore di cassa integrazione e 40 miliardi di salari bruciati dalla crisi, non possono lasciarci indifferenti. Servono subito misure che rafforzino le protezioni sociali, la riforma degli ammortizzatori sociali, Naspi, politiche attive, interventi su formazione e competenze. In queste condizioni sarebbe davvero un disastro lasciare libertà di licenziare a tante aziende facendo pagare i costi delle ristrutturazioni ai lavoratori.
Al governo e ai partiti cosa chiedete?
Tutte le forze politiche che stiamo incontrando in questi giorni riconoscono l’allarme che stiamo lanciando sui licenziamenti. Ecco perché rinnoviamo il nostro appello al governo: cambiate il decreto Sostegni oppure adottate un nuovo provvedimento nei prossimi giorni , prolungando il blocco almeno fino alle fine di ottobre. Ci sono tanti settori industriali che stanno ancora soffrendo la crisi, senza contare i 100 tavoli aperti al Mise dove si discute il destino di 100mila persone. Bisogna consolidare da un lato la ripresa e dall’altro approntare le misure di protezione sociale universali. Lavoriamo insieme a un grande patto sociale per ricostruire il paese, attuando il Pnrr con le necessarie riforme del fisco, delle pensioni, della pubblica amministrazione, della scuola, rilanciamo gli investimenti su infrastrutture e le politiche industriali . Questo diremo con grande forza anche sabato prossimo, il 26 giugno, nelle tre grandi manifestazioni unitarie che faremo a Torino, Firenze, Bari.