Grosse novità. Per ora solamente sulla carta, però ormai... impegnative. Un appello al ministro dell’Interno perché «vengano adottate, con tempistica immediata, misure di rafforzamento delle azioni di pattugliamento» nella terra dei fuochi: cioè invii subito qui altri uomini e mezzi delle forze dell’ordine». Ma anche un protocollo d’intesa tra Provincia (di Napoli) e Regione per attivare una «copertura satellitare del territorio» che individui in tempo reale i roghi (tossici e non), oltre che un «un controllo aereo diretto» attraverso il sorvolo di elicotteri, il tutto finanziato direttamente da Provincia e Regione. E se non basterà, nei "Palazzi" locali comincia a girare la voce che tra non molto potrebbe arrivare a Palazzo Chigi e al Viminale la richiesta di spedire da queste parti l’esercito.Certo è che intanto il governatore campano Stefano Caldoro, l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano e il presidente della Provincia napoletana Luigi Cesaro hanno deciso «di produrre un protocollo d’intesa dove individuare misure atte a contrastare efficacemente l’emergenza roghi». E «in questa azione è nostra intenzione coinvolgere anche il governo centrale, e nello specifico il ministero dell’interno, per una capillare azione di sorveglianza del territorio», ha spiegato ieri Cesaro. Aggiungendo che «ho dato disposizione alla Polizia provinciale, già impegnata nell’area nolano-acerrana in compiti di pattugliamento, di assicurare fin da stasera (ieri sera, ndr) una più assidua sorveglianza di quella zona».Ma toccherà presto anche al volontariato. «Nel protocollo che andremo ad elaborare – ha continuato Cesaro – Regione e Provincia si impegneranno ad individuare risorse da assegnare ad associazioni ambientali e di volontariato per un controllo assiduo del territorio, coinvolgendo in tal modo la stessa società civile nell’azione di vigilanza della zona». Delle "ronde", cioè? «No, affatto. Un aiuto, piuttosto, per mettere fine a questo scempio». A proposito i tempi per la stesura e l’operatività del protocollo si annunciano veloci e probabilmente le novità potranno già scattare nell’ultima settimana di agosto.Le decisioni sono state prese ieri durante l’incontro fra Caldoro, Romano e Cesaro tenutosi nel primo pomeriggio a Napoli. E soprattutto dopo che il presidente della Provincia aveva raggiunto di buon mattino la parrocchia di padre Maurizio Patriciello, a Caivano, col suo assessore all’Ambiente Giuseppe Caliendo e la parlamentare di Afragola, Pina Castiello. Andandosene poi via, abbastanza scosso, verso mezzogiorno meno un quarto: «Ha ragione don Maurizio ad indignarsi e protestare. Ogni giorni copertoni, masserizie e rifiuti tossici vengono bruciati, appestando l’aria con fumi e miasmi. Credo che dobbiamo agire su due livelli, quello dell’intervento immediato e quello della programmazione di una gestione del fenomeno nel tempo». Aveva appena finito una lunga chiacchierata col sacerdote, il vicesindaco di Caivano (del primo cittadino invece neanche l’ombra), l’assessore locale alla Cultura, uomini delle forze dell’ordine e parecchia gente del posto: «Non potevo ignorare l’appello di don Maurizio e volevo vedere da vicino quanto sta denunciando, per capire cosa si può fare».Forse si era sparsa anche l’eco della serata precedente, mercoledì, quando - sul sagrato della parrocchia di Caivano, un centinaio di ragazzi dei campi estivi per la legalità di "Libera" provenienti da mezza Italia (da Milano e Venezia, Treviso ed Empoli, Asti e Padova) hanno discusso di quanto accade a queste terre insieme a un centinaio di loro coetanei campani, al vescovo Angelo Spinillo e don Luigi Ciotti in collegamento telefonico. Un’ora e mezza di parole, video, fotografie e musica fino a emozionarsi quando si sono alzati in piedi - loro, i ragazzi del profondo Nord, quasi tutti scout - per tributare un lungo applauso a questa gente «perché non mollasse». Quando Simmaco, giovane responsabile di una cooperativa sociale cui sono affidati alcuni beni confiscati ai clan, ha detto che «della camorra non bisogna avere paura, neanche qui a Caivano, perché si può sconfiggere».E quando infine Margherita, sedicenne, ha raccontato: «Avevo paura di venire da voi, mi ci hanno un po’ spinta a fare questo campo estivo. Invece ho trovato persone meravigliose. Porterò sempre nel cuore quanto mi è successo l’altro giorno: per uno dei nostri servizi stavamo pulendo una piazzetta, a un certo punto si è avvicinato un bimbetto di qui, avrà avuto sette od otto anni, e senza dire niente ha preso una scopa e ha cominciato a pulire anche lui...».