«La maternità surrogata, anche se la legge in discussione non prevede esplicitamente la
stepchild adoption, di fatto in Italia è legittimata. Il problema è il combinato disposto: c’è il progetto di legge sulle unioni civili, che ha visto bocciare tutti gli emendamenti contro l’utero in affitto. Poi c’è il parere dell’Avvocatura dello Stato, che riflette le posizioni della Presidenza del Consiglio. E infine le recenti sentenze sulla
stepchild adoption , che riconoscono le adozioni incrociate. Tutto ciò legittima la maternità surrogata. C’è già un divieto, tuttora in vigore, nella legge 40 del 2004. Ma non ha mai prodotto una condanna». Eugenia Roccella, deputata di Idea, non ha dubbi: in Italia andare all’estero e commissionare un figlio è già una realtà. Con la legge sulle unioni civili sarà la regola e non l’eccezione. A meno che una legge non lo vieti esplicitamente.
Ha appena depositato un progetto per vietare l’utero in affitto. Perché? La
stepchild adoption è apparentemente uscita dalla porta ma è già rientrata dalla finestra. Ricordo che la procura di Torino ha detto sì a tre coppie di donne che vogliono fare la
stepchild . E si cita la legge sulle unioni civili: anche se non è ancora legge.
Tribunali che esercitano il potere legislativo... Si dà per scontato che in Italia ci sarà la
stepchild adoption. Se nella legge si voleva mettere un paletto contro l’utero in affitto, bisognava contrastare la tendenza che da tempo hanno pre- so i tribunali. Ripeto, da quando nel 2004 è stata approvata la legge sulla procreazione medicalmente asssistita, non c’è stata una sola condanna per ricorso alla maternità surrogata in violazione della legge.
E c’è chi lo ha fatto? In tanti. Ma le sentenze hanno solo legittimato
a posteriori, attraverso il riconoscimento della trascrizione anagrafica. Mai una sanzione. Togliere la
stepchild adoption non ha significato creare un divieto. Perciò ho depositato questo progetto di legge, dopo aver tentato di emendare le unioni civili per vietare l’utero in affitto. Questa mia proposta alza sopra i tre anni le pene, per dare ai giudici lo strumento per perseguire il reato all’estero. Ma se la tendenza dei tribunali è di ammettere le maternità surrogata all’estero, difficile che la perseguiranno in Thailandia o Ucraina. Il punto più importante è un altro.
A cosa si riferisce? Vogliamo che all’anagrafe venga registrato il contratto di surroga e la piena tracciabilità per risalire alla mamma, se lo permetterà. Non è un obbligo, ma una possibilità. C’è un problema antropologico: si comincia a dare per scontato che esistano i figli di due papà. Ma non esiste il figlio di Vendola e del suo compagno. Ogni bambino ha una mamma. Oggi a volte due, una genetica e una surrogata, o tre, se c’è quella legale. Ma la mamma c’è sempre. Non voglio che le donne da cui nascono questi bambini siano cancellate.
I bambini adottati hanno diritto a conoscere, se possibile, la madre naturale. I bambini degli uteri in affitto no. Anche i figli di maternità surrogata devono poter risalire alla mamma o alle mamme biologiche. Come quelli adottati. Abbiamo esteso il diritto alle origini perfino a chi è nato da una donna che ha partorito in anonimato, abbandonando il figlio, pur con tutte le cautele. E poi c’è un diritto alla salute: sempre più spesso – per i trapianti come per le anamnesi – bisogna conoscere le informazioni sanitarie dei genitori.
Ha parlato di pratiche di stampo razzista. La legge italiana sulle adozioni giustamente non permette agli aspiranti genitori di scegliere il colore della pelle del bambino da adottare. Ma con la maternità surrogata si può scegliere, attraverso la donatrice di gameti, il colore della pelle di un bambino 'da ordinare'.
Comprare un bambino da una madre è vietato. Commissionarlo è permesso. È così. Se genero un bambino con il metodo naturale non posso venderlo. Se lo faccio con la procreazione assistita, in molti paesi sì. La differenza è che con la procreazione assistita si frammenta la maternità: gli ovociti non sono di chi lo partorisce. E così la madre surrogata non potrà rivendicarne la maternità.