ANSA
Nessun furto, come si era sospettato già dopo i primi giorni di indagini al Parco Genos di Perdasdefogu. Le provette di dna dei centenari dell'Ogliastra, misteriosamente scomparse dai laboratori della struttura, sono state ritrovate in un ospedale di Cagliari. Solo un trasferimento, dunque, su cui ora però la Procura di Lanusei vuole vederci chiaro.
Ecco perché, ancor prima del camoroso ritrovamento, già mercoledì mattina gli inquirenti avevano ordinato il sequestro sia dei locali del laboratorio di Perdasdefogu (da dove è sparito il materiale genetico), sia dei documenti e degli hard disk del Parco tecnologico regionale di Pula, dove ha sede la SharDna. Che su quelle provette ha i diritti e che proprio prima dell'estate è stata acquistata all'asta, per 258.000 euro, dalla La Tiziana Life Sciences plc, società britannica di biotecnologia impegnata nello sviluppo clinico di farmaci per il trattamento di malattie in oncologia ed immunologia.
Secondo le prime indiscrezioni, peraltro, il trasferimento delle provette sarebbe avvenuto proprio su disposizione di Mario Pirastu, il genetista direttore dll'Istituto di genetica delle popolazione del Cnr che ha seguito il progetto fin dal 2000, cioè da quando Renato Soru decise di fondare la società di ricerca scientifica Shardna. Perché? Quando? A che scopo? Le domande sul tavolo del procuratore Biagio Mazzeo sono tante, e scomode.
L'inchiesta per furto e per eventuali violazioni delle norme per la protezione dei dati sensibili è scattata a metà agosto, dopo una denuncia presentata dall'unica dipendente rimasta nel laboratorio Genos. Gli inquirenti stanno cercando di accertare a quando risale esattamente la sparizione delle provette coi campioni di Dna degli ogliastrini, che negli anni li avevano messi a disposizione della ricerca genetica sulla longevità. La biobanca Shardna, una delle più grandi e più antiche del mondo, comprende 230.000 campioni biologici prelevati da circa 13.000 sardi genealogicamente radicati in Ogliastra.
Sul caso intanto il deputato di Unidos Mauro Pili ha presentato un'interrogazione ai ministri della Giustizia, degli Esteri e della Salute e un esposto al Garante per la tutela dei dati personali, sollecitando la sospensione dell'autorizzazione all'uso dei campioni finchè l'inchiesta della procura e dei carabinieri della compagnia di Jerzu non farà luce su quanto accaduto nel laboratorio.
Per parte sua, il Garante (già messo in allerta negli ultimi giorni dal Comitato nazionale di biosicurezza) avrebbe inviato in Sardegna alcuni funzionari per seguire da vicino l'evolversi della vicenda. Sono infatti diverse le raccolte firme partite nei paesi dei “donatori” e dirette proprio all'autorità che tutela i dati sensibili.