venerdì 14 febbraio 2020
Fondi europei e statali in dieci anni. Previsti investimenti, infrastrutture, nuove opportunità per i giovani. Provenzano: non possiamo permetterci recessione. Azzolina: scuole aperte tutto il giorno
Il premier Conte tra i ministri Provenzano e Azzolina a Gioia Tauro

Il premier Conte tra i ministri Provenzano e Azzolina a Gioia Tauro - Palazzo Chigi (Commons)

COMMENTA E CONDIVIDI

Ripartire dal Sud per far ripartire l’Italia. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Gioia Tauro (in provincia di Reggio Calabria), all'istituto superiore F. Severi, per presentare il Piano per il Sud 2030. Insieme con lui il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, e la titolare dell'Istruzione Lucia Azzolina. Un Piano che porterebbe al Mezzogiorno 123 miliardi di euro in dieci anni con fondi europei e statali. Da attuare anche la «clausola del 34%», cioè destinare al Mezzogiorno un terzo di tutti gli investimenti nazionali in proporzione alla sua popolazione.

Il capo del governo ha detto: «Il Sud deve diventare sinonimo di eccellenza: ce ne sono già migliaia in tutto il mondo come Luca Parmitano, siciliano, e Francesca Colavita, la ricercatrice di origini molisane dell'equipe dello Spallanzani che ha isolato il coronavirus, tanto per rimanere sulla stretta attualità. Sono due eccellenze espresse dal nostro Meridione che hanno contribuito a impreziosire l'immagine del nostro Paese agli occhi della comunità internazionale».

Sui trasporti, Conte ha assicurato che «lavoriamo per portare a quattro ore il tempo di percorrenza dei treni da Roma a Reggio Calabria, le stesse della tratta Roma-Torino, entrambe distanti 700 chilometri», ricordando che per il progetto di alta capacità sono stanziati tre miliardi di euro. «Abbiamo previsto uno sgravio pluriennale al 100% per l'occupazione femminile, e poi abbiamo esteso la misura Resto al Sud, ripotenziato Cresci al Sud. E poi ci sono i contratti istituzionali di sviluppo, li stiamo applicando e li porteremo anche in Calabria - spiega il presidente del Consiglio -. Mi rivolgo agli studenti: voi dovete pretendere dalle istituzioni, ma le premesse del riscatto personale sono nelle vostre mani, non rimettete mai agli altri il vostro futuro. Coltivando la vostra crescita sono sicuro che domani scoprirete che avete dato un grande contributo anche alla crescita della vostra comunità. Io sono cresciuto in un piccolo centro, oggi ha 300 abitanti, poi ho girato tanto. Quando mi chiedono dove sei nato io ho sempre detto "a Volturara Appula", poi certo spendevo dieci minuti a spiegare dov'era. Ma siate sempre orgogliosi della vostra terra e delle vostre origini».

Per quanto riguarda le infrastrutture, il Piano prevede opere appaltabili entro il 2021 per 33,5 milioni di euro. I principali interventi, oltre all'avvio di nuove opere, riguardano la manutenzione programmata, l'ammodernamento, l'adeguamento e la messa in sicurezza. Le infrastrutture programmate sono, invece, pari a 54,8 miliardi di euro, di cui 46 miliardi di euro finanziati.

Per Provenzano «il Piano per il Sud intende massimizzare l'impatto delle misure già previste in legge di Bilancio e che molti ministeri stanno mettendo in atto in questi giorni. Questo perché il Sud rischia di tornare in recessione e non ce lo possiamo permettere. Abbiamo parlato di migrazioni, ma abbiamo dimenticato la vera emergenza del nostro Paese, l'esodo delle nuove generazioni. Noi vogliamo garantire il diritto a restare. Quando una generazione va via in massa non lo fa solo per mancanza di lavoro, ma perché manca una prospettiva di futuro». «Con il piano Sud abbiamo individuato cinque missioni per lo sviluppo del Sud e di tutto il Paese - spiega Provenzano -. Sud rivolto ai giovani, connesso e inclusivo, per la svolta ecologica, per l'innovazione, connesso al Mediterraneo. Il Sud cresce se si apre al mondo e al Mediterraneo, dobbiamo farlo capire anche all'Europa. Dobbiamo puntare su Gioia Tauro, con il rafforzamento della Zes. Accanto alle cinque missioni c'è il lavoro e l'impresa, che sono premessa e conclusione di ogni ragionamento. Un Piano per il Sud ha senso se è un piano per il lavoro e per l'impresa. Noi spesso abbiamo idee geniali, ma la sfida è metterle in pratica. Si può fare, si può organizzare».

GUARDA QUI LE SLIDES

«Occasione importantissima e lo dico da persona del Sud che è dovuta andare al Nord, come tanti altri per poter lavorare. Avevo tanti sogni, anche restare in Sicilia per lavorare. Presentiamo un Piano che serve anche a evitare che uno studente sia costretto ad andare via dalla propria terra - ha detto dal canto suo la ministra Azzolina -. Una task force per la scuola che svolge un ruolo di centralità per i nostri giovani. Investiremo su tutta la filiera dell'istruzione perché dalla scuola parte il riscatto del Sud. In un Piano per il Sud la scuola non può non avere un ruolo centrale. Ci siamo impegnati per il tempo pieno, ma a causa di strutture mancanti i sogni sono in parte evaporati. Ora mettiamo dei soldi, abbiamo pensato con il ministro Provenzano a una task force per le infrastrutture. Non ci perde solo il Sud ma tutta l'Italia: con questo piano facciamo un favore a tutti. Oltre all'edilizia scolastica dobbiamo pensare ad ampliare l'offerta formativa. La scuola deve diventare un luogo di centralità. Ci sono tanti fondi non spesi ma chi conosce la scuola sa che spesso i dirigenti scolastici non ce la fanno da soli». Il Piano pensato per la scuola, infatti, prevede: scuole aperte tutto il giorno, contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, riduzione dei divari territoriali nelle competenze, potenziamento dell'edilizia scolastica, estensione No Tax area (senza penalizzare le Università), attrazione dei ricercatori al Sud.

In un post su Facebook, il premier anticipa i temi trattati
«In viaggio verso la Calabria per presentare il Piano Sud 2030. Oggi è il giorno in cui si celebra l’amore. Io amo l’Italia, io amo il suo Sud. In pochi hanno cantato questo sentimento come Rino Gaetano, che aveva origini calabresi. Nel Piano ci sono investimenti, infrastrutture, nuove opportunità per i giovani, troppo spesso costretti ad abbandonare la loro terra e i loro affetti. È in Calabria che oggi apriamo il cantiere dell’Italia di domani. Con tutte le persone che hanno idee chiare e forti, e amano il proprio Paese. Se riparte il Sud riparte l’Italia».

Lettera aperta di Conte al Quotidiano del Sud
«Il Sud non è una “causa persa”, ma è la causa su cui investire le migliori energie per far ripartire tutto il Paese. Investiamo realmente sul Sud, perché è il momento di restituire al Meridione le occasioni che non gli sono state concesse». Lo afferma il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in una lettera aperta pubblicata oggi dal Quotidiano del Sud-L'Altravoce dell'Italia. «Fra le leve di questa accelerazione c’è la garanzia e il rafforzamento della clausola del 34% degli investimenti pubblici al Sud, soprattutto da parte di Ferrovie e Anas - scrive il premier -. Il recupero della capacità di spesa sul Fondo di sviluppo e coesione, la spinta verde del green new deal, dell’abbraccio fra economia ed ecologia. Con Ferrovie stiamo lavorando intensamente per accelerare il più possibile la realizzazione dell’Alta capacità e dell’Alta velocità, che vedano protagoniste Napoli, Bari e Reggio Calabria. Oggi dal Sud vogliamo gettare le basi per il grande cantiere dell’Italia di domani. Dobbiamo costruire le arterie capaci di spingere e collegare le migliori energie dell’Italia, grazie a un Sud finalmente rivolto ai giovani e alle loro legittime aspirazioni. Da loro arriva nuovo ossigeno per il Paese: sta a noi incoraggiarli e sostenerli, asfaltando la strada del riscatto». Nel giorno della presentazione del Piano a Gioia Tauro, Conte ha ricordato il suo discorso di insediamento del governo: «Nel giorno della fiducia alle Camere, avevo affidato al Parlamento un impegno solenne, rivolto a tutti gli italiani: rilanciare il Sud, abbattere le barriere che dividono il Paese, arginare lo spopolamento delle aree interne, fermare l'esportazione delle nostre eccellenze migliori: i giovani. Oggi il governo pianta le radici di quelle idee in Calabria, a Gioia Tauro, con il Piano per il Sud 2030».

Secondo il premier, «la carenza di investimenti patita da questi territori, negli anni, ha finito per indebolire anche il Nord. Quella che abbiamo intenzione di intraprendere oggi è una netta inversione di marcia». «L'appuntamento odierno - continua Conte - è la testimonianza che stiamo lavorando seriamente e che siamo determinati a varare una serie di misure che vanno a integrare un Piano strutturale di rilancio del Sud».

Il premier sottolinea: «Non partiamo da zero. C'è un Sud che chiede solo di liberare la sua dirompente forza, testimoniata dalla resilienza che i territori hanno saputo dimostrare negli anni più duri della crisi. Nessuno può perdere il treno di questo Piano, che individua le risorse da attivare, i bisogni da affrontare e i risultati da raggiungere. Investiamo realmente sul Sud, perché è il momento di restituire al Meridione le occasioni che non gli sono state concesse. Dobbiamo correre, tutti insieme - scrive Conte - per territori connessi, inclusivi, votati all'innovazione, in cui la rete della scuola e della ricerca è il trampolino per una nuova stagione di sviluppo, per nuove occasioni di lavoro. Sulle infrastrutture, per esempio, non c'è più spazio per accettare la zona retrocessione nella quale vivono le splendide regioni del Mezzogiorno. Ci sono importanti investimenti per il raddoppio delle linee ferroviarie: stiamo progettando o realizzando (e quindi finanziando) tutto il rafforzamento dei tracciati, Sicilia compresa. Lo stesso vale per le infrastrutture viarie. Il 10 marzo, per esempio, la ministra De Micheli sarà proprio in Calabria per inaugurare il terzo megalotto della 106 Jonica, una gara d'appalto da oltre 1,3 miliardi di euro».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI