Non è stato nemmeno necessario votarla, la linea del premier. Il bivio indicato da Renzi era in realtà una strada obbligata: scegliere l'alleato di governo, togliere di mezzo la stepchild adoption tanto contestata per i rischi legati all'utero in affitto che si sarebbe portata dietro
. I senatori hanno approvato la scelta del governo di presentare un maxiemendamento
alla legge sulle unioni civili senza l'articolo 5. L'impegno del governo è
non stravolgere il testo Cirinnà nell'emendamento,
recepire le
modifiche di Lumia già condivise nel gruppo e stralciare dal
testo il tema adozioni.
Il maxi-emendamento verrà presentato oggi, la fiducia potrebbe essere votata già giovedì.
Il maxi-emendamento (che annulla tutti gli altri) che il governo presenterà tra poche ore, di fatto riscrive gli articoli principali del ddl Cirinnà, togliendo però la stepchild adopotion. Il nuovo assetto della legge sulle unioni civili con lo stralcio delle adozioni piace ai centristi di Ap (il ministro Alfano chiedeva da settimane questa scelta coerente con il sentire degli italiani) ai cattolici del Pd e potrebbe rastrellare anche voti nelle file di Fi.
La seconda via, assai più impervia in verità come Renzi andava dicendo da giorni e come gli stessi senatori hanno ammesso,
prevedeva l'iter parlamentare "classico" con il dibattito sul testo Cirinnà. Ci sarebbero volute settimane e il rischio è che con i voti segreti il testo venisse stravolto e che le adozioni restassero comunque fuori. Renzi ha detto chiaro e tondo di considerare ormai inaffidabile il M5S che la settimana scorsa si è sfilato dall'accordo sul "canguro" solo per fare lo sgambetto al Pd.
Sulla carta i grillini si erano detti pronti a votare il testo Cirinnà e le adozioni e la minoranza del Pd avrebbe voluto dare loro una seconda opportunità.
Ma in assemblea è prevalsa l'unità.
L'intesa con l'alleato di governo è la più sicura, quella che offre maggiori garanzie. Si approvano le unioni civili rimandando ad altra sede il dibattito e le decisioni sulle adozioni, con una riforma globale. A dirlo senza giri di parole è il capogruppo
Luigi Zanda. "Abbiamo scelto una strada che mette in sicurezza le unioni civili, riconoscendo i diritti a chi non li ha.
Le adozioni dei figli del partner saranno inserite in un ddl che è già pronto, vediamo se farlo partire alla Camera o al Senato". Basti pensare che persino la relatrice della legge si è espressa per il voto di fiducia.
"È una fiducia al Paese e non al
governo. Voglio chiedere a Sel di votarla" ha detto la senatrice
Monica Cirinnà all'assemblea dei senatori Pd.
Già in mattinata su radio Rtl 102.5
il premier aveva spiegato che bisognava decidere se portare a casa le unioni civili senza scossoni (ma senza stepchild adoption) o rischiare il tutto per tutto in aula, con un potenziale alleato sempre pronto a giochetti come il M5s.
"Potrebbe non essere il testo migliore rispetto alle attese di tanti ma potendo scegliere tra il tutto mai e un pezzo oggi è meglio fare subito la legge, altrimenti il rischio è la paralisi, l'ennesima palude in cui come faceva sempre la politica si chiacchiera e si promette e poi non si mantiene".
Durante la capigruppo intanto, questa mattina, il presidente del Senato Pietro
Grasso, ha giudicato inammissibili i sette emendamenti premissivi al ddl Cirinnà,
i cosiddetti super-canguri: Marcucci (Pd), Malan (Fi) e cinque della Lega. Tali emendamenti sono stati "tollerati in rare occasioni da altre Presidenze" come "reazione proporzionata della maggioranza rispetto a ostruzionismo esasperato". Nel ddl Cirinnà,
gli emendamenti passerebbero da 6100 a circa 500.