«Nessun favoritismo» di Maria Elena Boschi su Banca Etruria: quella di Ferruccio de Bortoli è solo una «bellissima operazione di marketing» per il suo libro. Matteo Renzi ha scelto la platea de l'Arena, il programma della domenica pomeriggio di RaiUno, per prendere di petto il ritorno «ciclico» della bufera sulle banche, che ha afflitto il suo governo. E spiegare al pubblico tv che il Pd non ha «nulla da temere», tanto che vuole la commissione d'inchiesta per far prevalere la «verità» sui «pettegolezzi». Ma se anche Silvio Berlusconi difende Boschi dal «cortocircuito mediatico-giudiziario», M5S e i bersaniani di Mdp non mollano la presa e chiedono che la sottosegretaria lasci.
Il segretario dem: noi votato a favore di inchiesta, M5S no
Il segretario del Pd torna oggi sulla questione nella sua e-news, ricordando a chi dice che la commissione «è ferma per colpa nostra» che «il Pd ha votato a favore e i Cinque Stelle no, giusto per fare un esempio». Renzi prosegue, affermando che «prima si parte con la Commissione di Inchiesta, prima si entra nel merito. E si capirà finalmente di cosa parliamo, quando si tratta di banche e delle responsabilità della classe dirigente, come scrive in modo molto puntuale Giuliano Ferrara sul Foglio». A proposito delle polemiche su Banca Etruria, Renzi afferma ancora che Maria Elena Boschi «ha risposto e ha confermato "dalla a alla zeta" ciò che ha già detto in Parlamento, affidando la pratica agli avvocati».
Boccia: commissione non nasce per Etruria, non è priorità
«La commissione di inchiesta sulle banche non nasce per Etruria. E ascoltare Ghizzoni non mi sembra ora una priorità del Paese. Ma certo, se qualcuno ha mentito di fronte al Parlamento, dovrà assumersene tutta la responsabilità», afferma Francesco Boccia, presidente Pd della commissione Bilancio della Camera e sostenitore della mozione Emiliano al congresso dem, in un'intervista a Repubblica.