Basta con la logica del piagnisteo e
basta con le grandi scelte fatte dai soliti che frequentano i
salotti buoni. Matteo Renzi, intervistato dal settimanale
Tempi, si dice "molto soddisfatto che prima della pausa estiva
siamo riusciti ad approvare il nuovo Senato e il decreto sulla
Pubblica amministrazione che è l'inizio di un cambio di
prospettiva per un Stato che stia accanto e non contro i
cittadini". Il presidente del Consiglio sottolinea quanto fatto
dal suo esecutivo che ha cominciato "a rispondere alle
difficoltà economiche delle famiglie" e a fornire risposte a
chi ha difficoltà ("col decreto sul lavoro abbiamo salvato
migliaia di posti a rischio").
Renzi risponde alle critiche sugli 80 euro: "Vedo che
ancora c'è chi ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a
11 milioni di persone non siano utili. Così come chi dice che
tagliare l'Irap del 10 per cento alle imprese è troppo poco.
Il solito vizio italiano. Certo, si può sempre fare di più,
ma noi siamo i primi ad aver fatto il più imponente taglio
strutturale delle tasse e la più grande operazione di
redistribuzione della ricchezza da decenni e che sarà
confermata anche nei prossimi anni. E spero allargata".
Secondo Renzi occorre "passare dalla logica del piagnisteo
a quella della proposta. E toglierebbe il paese dalle mani dei
soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a
concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai
trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve
all'Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova".
"Sulla scuola stiamo lavorando, e
seriamente, con il ministro Giannini e con la sua squadra. E il
29 agosto vi stupiro: presenteremo una riforma complessiva che, a differenza
di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi,
delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina
dorsale del nostro sistema educativo".
"Che non è affatto vero sia un problema, ma un asset
strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in
sicurezza. In ogni caso - aggiunge Renzi rispondendola alle
domande del direttore Luigi Amicone - la sfida educativa è la
mia priorità. Tra dieci anni l'Italia non sarà come l'avranno
fatta i funzionari degli uffici studi delle banche o i politici
di Montecitorio; l'Italia sarà come l'avranno fatta le maestre,
i maestri, gli insegnanti".