lunedì 11 novembre 2024
Dopo i disordini di sabato polemiche tra gli schieramenti a pochi giorni dalle regionali. Salvini: «Bisogna chiudere i centri sociali». Il sindaco Lepore: «La città chiede i fondi per l'alluvione»
La polizia schierata per strada a Bologna sabato

La polizia schierata per strada a Bologna sabato - Ansa

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È stata una giornata di tensione sabato a Bologna a pochi giorni dalla chiusura della campagna per le elezioni regionali. Una manifestazione della Rete dei Patrioti e di Casapound ha fatto mobilitare la rete antifascista bolognese che nel tentativo di raggiungere il corteo dell’estrema destra è entrata in contatto con le forze dell’ordine. Tre poliziotti sono rimasti lievemente feriti in una serie di scontri. L'episodio ha però immediatamente infiammato lo scontro politico. Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini è andato all'attacco: «Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale. Non lo so, definiteli come volete voi, però quello che abbiamo visto ieri a Bologna e a Milano è qualcosa di indegno, di vergognoso che non si deve più ripetere. Chiederò una ricognizione di tutti i centri sociali di sinistra occupati abusivamente perché sono covi di delinquenti». «Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato - ha poi sottolineato anche la premier Giorgia Meloni -. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti».

La replica, altrettanto dura, è arrivata dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, che ha criticato la gestione dell'ordine pubblico e accusa l'esecutivo: «Il governo ha mandato le camicie nere a Bologna» mentre i bolognesi chiedono «i fondi per l'alluvione, i fondi per le infrastrutture, i fondi per le forze dell'ordine che servono per fare il lavoro sul diritto alla sicurezza nella nostra città». Di più, secondo la Silp Cgil, sindacato degli agenti, alcuni leader di estrema destra sarebbero stati sentiti - e ripresi dalle telecamere dei telefonini - mentre impartivano “ordini”: ciò per cui è stato invocato immediatamente un intervento del ministro dell'Interno Piantedosi. Se da sinistra arriva la richiesta di chiudere le organizzazioni neofasciste, da destra si chiede così di chiudere i centri sociali. Le scintille hanno poi coinvolto anche la giustizia, con il leader della Lega che è tornato sulla vicenda del centro migranti in Albania, scagliandosi contro la giudice Silvana Albano: «Chi stravolge e boicotta le leggi dovrebbe dimettersi e fare politica con Rifondazione Comunista». Le opposizioni, invece, hanno accusato la destra di fomentare il conflitto con le toghe. E la segretaria dem parla di un «clima inaccettabile di attacco ai giudici».

Le polemiche si sono scatenate poi sui manifesti affissi a Bologna per convocare la manifestazione di venerdì, “No Meloni day”. Nella grafica, le facce di Meloni e della ministra Bernini, coperte da una mano rossa. FI ha parlato di “intimidazione” e chiesto al centrosinistra di prendere le distanze. Mentre è scontro anche tra Casapound e Anpi: il movimento di estrema destra ha dichiarato che tornerà in piazza per replicare a uno «stantio antifascismo istituzionale». «Non ci faremo intimidire», la risposta dell'Anpi.

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