L'ex comandante generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli candidato premier del centrodestra? Matteo Salvini oggi nega di aver sentito parlare nei colloqui con Silvio Berlusconi del nome che l'ex premier ha lanciato domenica come possibile suo sostituto alla guida della coalizione. «Questa non l'avevo mai sentita ad una riunione», ha tagliato corto oggi il leader del Carroccio. Anche sui nomi dei ministri, scelti tra la società civile, il leghista frena. «Quando ci siamo visti a Catania - spiega - gli ho detto: scusa Silvio, ma non continuare a dire questa cosa dei ministri, perché non ne abbiamo mai parlato e perché è l'ultima delle cose che gli italiani sono interessati ad ascoltare». Anche perché, ha proseguito, ancora non c'è nemmeno un programma comune. «L'età pensionabile, l'aliquota fiscale, la legittima difesa, la riforma della scuola. Secondo lei abbiamo sottoscritto il numero dei ministri?». In realtà è lo stesso Berlusconi a dire di non aver parlato con Gallitelli. Tanto che, scrive un quotidiano, l'ex generale (poi responsabile dell'Ufficio Antidoping del Coni) afferma di non sentire il leader di Fi da ben otto anni.
Di programmi (bonus di 80 euro alle famiglie con figli, servizio civile e fine vita) ha parlato domenica anche Matteo Renzi alla Leopolda, in una sorta di duello a distanza con Berlusconi dal sapore già di campagna elettorale. Nella quale sono impegnati però anche altri soggetti, come il M5S: che è stato oggetto degli strali di Berlusconi («non hanno né arte, né parte» e «si fanno guidare da un vecchio comico e da un esperto di comunicazione»). L'ex Cav ha partecipato dapprima alla contro-Leopolda organizzata a Milano da Paolo Romani e Mariastella Gelmini, poi è andato negli studi Rai per partecipare alla trasmissione di Fabio Fazio, dove ha lanciato il nome di Gallitelli (che in passato lo stesso Cav aveva indicato come persona adatta al Viminale e del quale si era parlato come possibile candidato alle prossime Regionali del Lazio, circostanza smentita dall'interessato nel gennaio scorso). Anche Berlusconi si è soffermato sul programma: dalla flat tax per famiglie e imprese all'abolizione del bollo sulla prima auto. «Un work in progress sul quale c'è già stata una prima approvazione di Fdi e Lega», ha spiegato annunciando un incontro «prossimo» con i suoi due alleati. Non saranno però gli unici perché - ha spiegato - il centrodestra avrà una «quarta gamba» formata già adesso da una decina di piccoli partiti. Il ruolo principale sarà di imprenditori e professionisti. Nel "suo" governo, il Cavaliere vede 20 ministri, 12 «superprotagonisti» della società civile e 8 politici, tre di Fi, tre della Lega e due di FdI, anche se bisognerà «fare spazio alla quarta componente del futuro centrodestra». E non ci sarà bisogno di sancire un patto "anti inciucio" davanti a un notaio, come aveva proposto il segretario della Lega Matteo Salvini, perché dal notaio si va «quando non ci si fida». Da gennaio il leader Fi visiterà tutte e venti le Regioni italiane.
Un tour simile a quello che sta facendo il treno di Matteo Renzi. Che ieri nella ex stazione fiorentina della Leopolda ha puntato soprattutto sui giovani. Mentre Berlusconi ha attaccato il M5S il segreetario dem, ha rimarcato la «differenza ontologica» tra il Pd e il centrodestra («quello dello spread») e M5S («quello della decrescita») e ha provato a rompere sul nascere la prospettiva di un bipolarismo centrodestra-M5S citando, tra l'altro, sondaggi che darebbero al suo partito il primo posto e gli altri in lotta per il secondo e terzo. Renzi, pur professando un Pd vicino ai temi concreti e lontano dalle beghe di palazzo, ha assicurato, poi «pari dignità» tra alleati. In un intervento dal marcato segno sociale, ha lanciato infine l'estensione del bonus di 80 euro alle famiglie con figli e il servizio civile obbligatorio assicurando che, in un futuro prossimo, la legge sul fine vita diventerà realtà.