Il murale dedicato a Luana d'Orazio, morta di lavoro a 22 anni, disegnato dall'artista di strada Jorit Agoch a Roma, sul muro dell'ex Snia Viscosa - Ansa
Si è chiusa con un bilancio di undici lavoratori morti la settimana che ha visto tutta Italia piangere la scomparsa di Luana D’Orazio, la giovane mamma di 22 anni, vittima lunedì di un terribile incidente in un’azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato.
Anche oggi si sono contati cinque decessi, in Umbria, Emilia Romagna, Alto Adige e Molise. E il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in visita ai familiari di Luana - di cui lunedì saranno celebrati i funerali, mentre per domani, sabato, i sindacati hanno proclamato 4 ore di sciopero - ha ricordato che «lo Stato non può risparmiare sulla sicurezza». Uscendo dal tavolo tecnico convocato a Prato, Orlando ha sottolineato che «non basta il cordoglio: occorre fare». Tre cose soprattutto: «rafforzare il coordinamento» tra i diversi soggetti che operano nell’ambito della prevenzione e della sicurezza, «lavorare su formazione e prevenzione» e operare sugli organici senza puntare al risparmio. «La sicurezza sul lavoro non è un costo ma un grande investimento», ha ricordato, in proposito, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. «La sicurezza sul lavoro – ha scandito, intervenendo al Consiglio generale della Cisl di Brescia – deve diventare una grande vertenza nazionale. Dobbiamo fermare questa strage silenziosa che porta via ogni anno più di 1.200 persone. Sulla sicurezza non faremo sconti a nessuno – ha sottolineato il leader sindacale –. Nelle prossime settimane daremo vita ad iniziative unitarie che coinvolgeranno a tutti i livelli le tre organizzazioni sindacali». Intanto, però, sui luoghi di lavoro si continua a morire: anche ieri cinque operai non sono rientrati a casa.
🔴 #Esplosione #Gubbio (PG), estratta una terza persona in vita dalle macerie, nulla da fare per una quarta purtroppo deceduta. Continuano le ricerche di un disperso, sono 45 i #vigilidelfuoco impegnati [#7maggio 20:00] pic.twitter.com/MPkZDjwKeM
Un gravissimo incidente si è verificato, nel pomeriggio, a Gubbio, in provincia di Perugia, dove una fuga di gas ha fatto esplodere un laboratorio per la lavorazione della cannabis a scopo terapeutico. La deflagrazione e il successivo incendio hanno fatto crollare il solaio dell’abitazione soprastante. Sotto le macerie sono finite cinque persone: tre sono state estratte vive, di cui una in gravissime condizioni, mentre un ragazzo di 20 anni e una donna inizialmente data per dispersa sono morti. La conferma è arrivata dai Vigili del fuoco.
🔴 #Esplosione #Gubbio (PG), individuato il corpo senza vita della donna dispersa sotto le macerie. Il bilancio è di due deceduti e tre feriti. Prosegue l’intervento dei #vigilidelfuoco per la messa in sicurezza dello scenario e accertamento delle cause [#7maggio 23:00] pic.twitter.com/FYGOKHArBa
Nella tarda serata di giovedì, la vita di Andrea Recchia, 37 anni, è stata spezzata dai 14 quintali di mangime che hanno travolto l’operaio in un’azienda di Sorbolo, in provincia di Parma. L’area è stata posta sotto sequestro dalla magistratura e la Procura parmense ha aperto un’inchiesta sull’accaduto. Recchia stava movimentando alcuni sacchi di mangime con il suo muletto e ne avrebbe inavvertitamente rotto uno. A quel punto l’operaio è stato travolto dal materiale, che l’ha soffocato.
Una dinamica simile, questa mattina è costata la vita a un contadino di 64 anni di Teodone, in provincia di Bolzano, che, con i due fratelli stava lavorando in un’azienda agricola. L’uomo è stato schiacciato da una balla di fieno di circa 400 chili. Subito soccorso e rianimato sul posto, il lavoratore è deceduto in ospedale per la gravissime lesioni riportate.
Nel pomeriggio, a Campomarino, in provincia di Campobasso, è morto un operaio di 55 anni, residente a Jesi, in provincia di Ancona). L’uomo, al lavoro in un cantiere autostradale sulla A14 per una ditta edile di Fermo, è precipitato da un’impalcatura compiendo un volo di quasi 30 metri. Secondo le prime verifiche sembra che l’uomo indossasse il casco di protezione e che fosse imbracato.
Intanto, sono quattro gli indagati dell’inchiesta per la morte di un operaio impegnato nei cantieri all’interno di una scuola di Messina. Si tratta dell’incidente sul lavoro che costò la vita a Francesco Caponata, 56 anni, caduto da una scala mentre stava tinteggiando un’aula della scuola Cannizzaro Galatti il 10 ottobre 2019.