venerdì 11 maggio 2012
Il superboss di Cosa Nostra avrebbe infilato la testa in una busta di plastica. Salvato da un agente. Ma per la polizia penitenziaria ha solo finto: «Vuole dimostrare di essere instabile». L'avvocato: «Chi gli ha dato il sacchetto?».
Il commento di Vincenzo Ciconte, docente di storia della criminalità organizzata (Radio inBlu)
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È giallo sul tentativo di suicidio del superboss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, che nella notte tra mercoledì e giovedì - ma si è appreso solo nella tarda serata di ieri - avrebbe tentato di togliersi la vita nella sua cella del carcere di Parma, infilandosi la testa in un sacchetto. A salvarlo sarebbe stata una guardia penitenziaria del Gom, il gruppo operativo speciale del Dap. E il suo legale, Rosalba Di Gregorio, chiede adesso che venga aperta al più presto un'inchiesta "per capire cosa realmente" sia accaduto in cella.
"Che cosa ci faceva un sacchetto di plastica dentro la cella del mio assistito - si chiede il legale - è stato un tentativo di suicidio o qualcosa di diverso? Dobbiamo pensare che qualcuno lo voleva eliminare?". "Appena pochi giorni fa gli psichiatri della perizia hanno ritenuto che Provenzano fosse compatibile con la detenzione e i risultati si vedono...", aggiunge l'avvocato. Inoltre, il legale lamenta che la famiglia di Provenzano non sarebbe stata avvertita di quanto accaduto. "Ho sentito il figlio Angelo che non sapeva nulla e neppure io sapevo niente,eppure sono il suo legale", aggiunge. Ma da fonti del Dap fanno sapere che Provenzano non avrebbe tentato il suicidio, sarebbe stata piuttosto una simulazione. Provenzano, che dopo l'arresto avvenuto nel 2006 in un casolare nei pressi di Corleone, è detenuto in un reparto speciale del carcere di Parma, è reduce da un tumore alla prostata, soffre anche di un inizio di Parkinson e di un'encefalite destinata a peggiorare. Questa mattina il suo legale chiederà al Presidente della Corte d'assise d'appello di Palermo, presieduta da Biagio Insacco, nel corso di un processo per omicidio che vede imputato lo stesso Provenzano, se "dopo il gesto eclatante di ieri davvero si ritiene che Provenzano sia compatibile con la detenzione in carcere", come annuncia Rosalba Di Gregorio.Ieri sera anche il sindacato di polizia penitenziaria Osapp è intervenuto sulla vicenda sottolineando che il tentativo di suicidio del boss "è stato sventato solo grazie alla solerzia degli uomini del Gom della polizia penitenziaria, la sola, ormai, rimasta a fronteggiare la disfatta del sistema carcerario italiano". E proprio mentre nella tarda serata di ieri si diffondeva la notizia del presunto tentato suicidio di Bernardo Provenzano, un altro boss di grosso calibro, Pippo Calò, è stato colpito da una crisi cardiaca, detenuto nel carcere di Ascoli. Anche Calò oggi avrebbe dovuto comparire in videoconferenza nello stesso processo per omicidiodavanti alla Corte d'assise di Palermo che vede imputato anche Provenzano.
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