giovedì 4 maggio 2023
Incontro alla biblioteca del Senato promosso da Alleanza Cattolica e dal network "Ditelo sui tetti" con l'ex presidente del Senato Marcello Pera ed esponenti di tutto il centrodestra
«Riforme ricordando chi siamo», prove tecniche di conservatori made in Italy
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Un partito conservatore, col marchio di fabbrica italiano, riformatore e non fondamentalista, aperto alla difesa della vita e del valore della famiglia, lontano dal liberalismo radicale. «Conservatori del futuro», è il titolo dell’incontro promosso da Alleanza Cattolica e dal network “Ditelo sui tetti” alla biblioteca del Senato. Marcello Pera vede un partito «aperto alle novità, ma non alle rivoluzioni, capace anche di fasi venire dei dubbi, o di opporsi, quando si intaccano le tradizioni alle quali apparteniamo ». Non è tenero l’ex presidente del Senato con il Parlamento europeo ed ecco l’eurodeputato Nicola Procaccini raccogliere la provocazione. Perché è vero, come sottolinea il reggente di Alleanza cattolica Marco Invernizzi, «un partito conservatore in Italia non c’è mai stato, ma per la prima volta c’è una presidente del Consiglio che si definisce conservatrice », e Procaccini, eletto con Fratelli d’Italia, a Strasburgo è copresidente del gruppo denominato “Conservatori e riformisti”. Un filone nato sull’impulso dei Tories britannici, che nessuno però qui indica a modello. Una «terza via», ipotizza Procaccini, «fra l’eccesso di Stato e di doveri dei socialisti, e gli eccessi opposti dei liberali». Che si ispiri al cristianesimo «senza il quale l’Europa non ci sarebbe stata», conclude Procaccini che promette battaglia per collocare una lapide, nel Parlamento Ue che ricordi il patrono d’Europa, san Benedetto. «La sacralità della vita che sembrava un valore condiviso fino a pochi anni fa, ha ceduto il passo a una concezione che identifica la dignità umana nell’autodeterminazione », annota Domenico Menorello, coordinatore di “Ditelo sui tetti”, che propone una «nuova postura antropologica basata sulla cura del Creato e della persona sul modello di san Francesco». Invernizzi mette alcuni “paletti”: «No al moderatismo, al conservatorismo senza principi, ma no anche al suo contrario, ossia un modello che non tenga conto della realtà». Il cristiano in politica «innamorato dell’eterno non impone un’ideologia, ma deve proporsi a un mondo che Biffi definiva “sazio e ammalato”, e che oggi invece non è neanche sazio », conclude Invernizzi con amara ironia. Lo storico della Luiss Giovanni Orsina cita Augusto del Noce, che, immagina oggi potrebbe condannare «il regime liberale-radicale, come condannò quello comunista, per la promessa di futuro tradita». Con la recessione c’è stata l’esplosione dei populismi e la “ricetta” che Orsina propone, affidandola ai conservatori, è di dare una risposta a questa «ribellione del “visto con gli occhi” contro il sentito dire», alla gente, che non crede più a progetti salvifici. Parola ai politici. Lorenzo Malagola, deputato di Fdi proveniente dalla fondazione De Gasperi, spiega che non avrebbe mai aderito «a un progetto di destra». Vede invece un partito «realista e non ideologico, con un’idea di popolo unito da un destino comune, contro l’individualismo». Un partito conservatore dal tratto «latino-mediterraneo», mentre per Malagola sarebbe un «terribile errore» ricalcare il modello inglese. Un partito «che difenda davvero i valori della Costituzione dalle sentenze creative della magistratura e che si batta contro la falsa libertà del politically correct», auspica il capogruppo di Fdi al Senato Lucio Malan. «Occorre coraggio ed essere organizzati, sostenendo tante piccole comunità che non aderiscono al pensiero unico dominante», chiede Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Assente giustificato Maurizio Gasparri (che celebra la «centralità» della famiglia, spiega in un messaggio, partecipando alla laurea in Ingegneria della figlia), tocca ad Andrea Orsini parlare per Forza Italia. «Siamo liberali, ma non liberali radicali», assicura, e accusa qualche «cattivo compagno di viaggio» se non è stato possibile replicare in Italia un progetto sul modello Thatcher. Conclusioni affidate al procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma, reggente vicario di Alleanza cattolica: «Più che la tradizione c’è da difendere l’uomo. Perché - spiega - se al centro non c’è la sua dignità non si difende alcuna tradizione».

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