giovedì 26 settembre 2024
Il celebre giornalista nell'occhio del ciclone dopo la battuta contro i ciclisti. Le Associazioni si muovono per vie legali: «Clima d'odio e istigazione a delinquere»
Vittorio Feltri

Vittorio Feltri - Ansa

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Dalla polemica alla bufera. Dopo l'infelice battuta sui ciclisti («Mi piacciono solo quando vengono investiti») la situazione di Vittorio Feltri, giornalista di fame e consigliere regionale lombardo, si sta facendo sempre più critica: mail bombing al suo indirizzo, richieste di dimissioni da parte dell’opposizione e pioggia di querele dalle associazioni.

L’Associazione Gabriele Borgogni, impegnata per la sicurezza stradale, si dice «indignata dalle parole, che pesano come macigni» e «davanti alle quali non si può restare indifferenti». Annuncia, quindi, di voler presentare «apposita querela» contro il giornalista. «Faccio veramente fatica – dichiara Valentina Borgogni, presidente dell'associazione – a comprendere parole simili da un altro essere umano, per altro padre di quattro figli. Se penso al dolore dei miei genitori e a quello di tanti altri che ho incontrato in questi anni, ai quali è stato strappato un figlio così violentemente. L’investimento di una persona racchiude un dolore per il quale non ci sono parole, e Feltri non merita né il suo ruolo da giornalista né tantomeno di politico».

Ad alimentare il dibattito c'è anche Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori della Polizia stradale (Asaps): «Nel 2023 allora Feltri avrà goduto ben 212 volte per i ciclisti uccisi sulle strade e già 154 nel 2024. Se ci fosse un premio per il “sadismo stradale” Feltri se lo aggiudicherebbe a mani basse».

Con gli stessi toni, Cristian Salvato, presidente dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (Accpi), si è detto «allibito» per queste parole e la Federazione Italiana Ambiente e Biciclette (Fiab) ha parlato di «esternazioni indegne» che contribuiscono ad alimentare «un clima di odio che, chi ricopre ruoli istituzionali, non dovrebbe fomentare». Fiab, così come Legambiente, Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada (Aifvs) e Lorenzo Guerini Onlus annunciano iniziative giudiziarie nei confronti di Feltri. «Per quanto ci riguarda – dichiarano le associazioni – si tratta di vera e propria istigazione a delinquere. Pretendiamo giustizia per chi non può chiederla e per tutti coloro che reclamano il diritto a pedalare in sicurezza sulle strade delle nostre città».

Parole forti che trovano eco in Federico Balconi, avvocato e presidente di Zerosbatti, un’associazione che offre assistenza legale per gli incidenti in bici, ha intenzione di «redigere una querela, nell’interesse di tutti i ciclisti». «Lo inviterei - scrive l'avvocato - anche a pedalare con noi, quando senza possibilità di difenderci rischiamo la vita su strade anacronisticamente occupate da veicoli a motore, arroganti, prepotenti e pericolosi. Gli mostrerei anche tutte le realtà, che forse non conosce, che esistono da tempo in Europa, impegnate per trasformare le città e renderle più sostenibili e a misura d’uomo».

Infine, in qualità di rappresentante di Fratelli d’Italia nel Consiglio Regionale Lombardia, l’associazione “Sai che puoi” ha lanciato una campagna di mail bombing per chiedere le dimissioni di Feltri dal ruolo in carica. In poche ore, sono state registrate più di 13mila mail inviate.

Dal canto suo, il noto giornalista non sembra piccato dalla polemica, anzi per lui è «ridicola»: «Mi hanno montato su un casino. Non chiedo scusa a nessuno perché non ho offeso nessuno», ha detto nel corso di una trasmissione radiofonica.

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