Olga Karatch, militante pacifista bielorussa. A sinistra Daniele Taurino - Movimento Nonviolento
Obiezione alla guerra e scelta prioritaria per la nonviolenza. Il Movimento Nonviolento rilancia la via del dialogo, della diplomazia e dell'attivismo disarmato nella tre giorni del suo convegno nazionale, organizzato non casualmente in piena mobilitazione nazionale pacifista, nell'anniversario dell'invasione russa, che ha visto in 120 città iniziative della società civile sul tema “Cessate il fuoco in Palestina e Ucraina”.
L’appuntamento in corso a Roma del Movimento Nonviolento ha un rilievo internazionale grazie alla presenza al Congresso di Olga Karatch, giornalista, politologa e attivista bielorussa per i diritti umani, che proprio ieri alla Camera è stata insignita del Premio internazionale Alexander Langer. Un riconoscimento per la sua attività a favore degli obiettori di coscienza e disertori dell’esercito dell'autocrate bielorusso Lukashenko, contro la militarizzazione di bambini e bambine soldato (suo il video denuncia A Military Patriotic Club for Children) e contro il possibile secondo fronte di invasione in Ucraina. Olga Karatch vive esule in Lituania, e sta coordinando il lavoro per la pace con la sua associazione Our House-Nash Dom. L'organizzazione, classificata come terroristica dal regime bielorusso, coordina più di 23 gruppi di volontari in circa 20 città del Paese e gruppi in esilio.
Al Congresso nonviolento sono arrivati i messaggi dagli obiettori di entrambi i fronti in conflitto, quello russo e quello ucraino. Ma anche dai pacifisti israeliani, che chiedono la condanna Netanyahu per il massacro di civili a Gaza e gli attivisti palestinesi che condannano il terrorismo di Hamas e stanno attuando la resistenza nonviolenta contro l’occupazione. Giovani che rifiutano le armi, divisi dalle politiche dei loro governi, ma che parlano l’unica lingua della pace e progettano insieme un futuro amico.
All'incontro sono arrivati i saluti in video dalle principali associazioni pacifiste attive in Ucraina, Russia, Palestina e Israele, movimenti internazionali per la pace che si sono uniti al Congresso del Movimento Nonviolento. Tra loro molti obiettori già incarcerati o sotto processo, o esuli per evitare la repressione e poter continuare l’attività: da Kyiv ha parlato Yurii Sheliazhenko (Movimento Pacifista Ucraino), da San Pietroburgo Elena Popova (Movimento degli Obiettori di Coscienza Russi), in esilio dalla Spagna Ivan Chuviliaev (Go by the Forest), in esilio anche Artyom Klyga (MCO), da Atene Alexia Tsouni (presidente EBCO-BEOC, l'Ufficio europeo per l'obiezione di coscienza), da Londra Semih Sapmaz (coordinatore del Right to Refuse to Kill Programme e WRI), da Israele Maya Eshel (Coordinatrice Internazionale di Refuser Solidarity Network), Tal Mitnick (incarcerato per l'attivitàà con Mesarvot associazione di obiettori israeliani), Tarteel Al-Junaidi (attivista palestinese del Community Peacemakers Team)
I lavori hanno visto gli interventi di Maria Rodriguez Alcàzar (European Youth Forum), Daniele Taurino (Azione nonviolenta) Giorgio Sorrentino (Giovani Federalisti Europei), Francesco Vignarca (Rete italiana Pace e Disarmo). Vignarca ha anche presentato il suo libro sul "Disarmo nucleare" in un incontro condotto da Mao Valpiana e il vignettista Mauro Biani. Molti gli ospiti in rappresentanza di Cgil, Acli, Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo integrale, Fondazione Nigrizia, Archivio Disarmo, Osservatorio contro la militarizzazione della scuola.
Domani, domenica, la chiusura del congresso in Piazza San Pietro, con la partecipazione all’Angelus di Papa Francesco, per portare il proprio contributo alla campagna contro tutte le guerre. «Il Movimento Nonviolento riconosce nel pontefice - spiega il presidente Mao Valpiana - l’unica leadership internazionale che sa dire parole di pace, disarmo e nonviolenza».