giovedì 19 dicembre 2024
Espulse da un terreno pubblico un centinaio di persone, per metà minori. Il sindaco Lombardo: ripristinata la legalità. Il vescovo Ambarus: ancora una volta non c'era posto per loro nell'albergo
Immediato l'abbattimento delle abitazioni dopo lo sgombero

Immediato l'abbattimento delle abitazioni dopo lo sgombero - Associazione 21 luglio

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Via dalle loro misere abitazioni per far spianare tutto dalla ruspa. Un copione amaro - da anni accantonato dalle amministrazioni comunali in favore di progetti per il superamento dei campi rom - è tornato in scena stamattina alle prime luci dell'alba a Guidonia Montecelio. Nel comune alle porte della Capitale il campo rom informale di Albuccione è stato sgomberato con la forza da un imponente dispiegamento di polizia, carabinieri, finanzieri e vigili urbani. Ad essere allontanato è stato un centinaio di persone, di cui oltre la metà minori di cui alcuni disabili e alcune donne in stato di gravidanza, che avevano costruito le loro abitazioni su un terreno comunale da oltre quindici anni. A pochi giorni dalle festività natalizie.

Il comune di Guidonia rende noto che «è scattato il dispositivo pianificato dal Questore di Roma all'esito delle determinazioni maturate in sede di Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto di Roma condivise anche dai Comandanti provinciali di Carabinieri, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza». Lo sgombero, senza preavviso, ha riguardato «circa 130 persone, di cui oltre 70 minori, che hanno lasciato l'insediamento che sarà così restituito all'ente proprietario e messo in sicurezza».

«Contestualmente alle operazioni di allontanamento degli occupanti - fa sapere il comune di Guidonia - sono scattate le attività di bonifica del sito anche con l'impiego di un escavatore che ha dato immediato corso alle procedure di abbattimento dei manufatti realizzati nel corso del tempo a scopo abitativo». Secondo il Comune di Guidonia «i servizi sociali hanno offerto la necessaria assistenza ai nuclei familiari che versano in condizioni disagiate e/o bisognose di supporto, in particolare con riferimento alla presenza di minori». L'area «viene così restituita al tessuto urbano di Guidonia Montecelio».

Oltre la metà dei 130 rom senza più un alloggio è costituita da minori.

Oltre la metà dei 130 rom senza più un alloggio è costituita da minori. - Associazione 21 luglio

Per Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio, «questo sgombero forzato che, alle porte di Roma e in prossimità del Natale e del Giubileo della speranza, mette donne e bambini per strada, è uno schiaffo ai diritti umani, un pugno allo stomaco per quanti credono ai valori che Papa Francesco ha sottolineato nell'indire l'anno giubilare». Lo sgombero della comunità di Albuccione «arriva dopo l’ordinanza n. 400 del 14 ottobre 2024 del sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo, nei confronti di un insediamento che esiste sul territorio comunale da oltre quindici anni, e senza che siano rispettate le procedure e i diritti delle persone coinvolte». Guidonia dal 2022 è guidata da Lombardo, sostenuto da alcune liste civiche, che ha battuto il candidato del centrodestra in una tornata elettorale che ha visto a Guidonia un'affluenza del 27,5%. «Il sindaco - riferisce Stasolla - ha detto che doveva ripristinare legalità e giustizia».

L'Associazione 21 luglio ricorda che le famiglie sgomberate in passato erano state probabilmente raggirate perché «quando erano arrivare avevano acquistato da qualcuno gli orti e quindi pensavano di esserne proprietarie». Il campo ad agosto era stato parzialmente distrutto da un incendio. «Non è vero che è stata trovata una soluzione abitativa alternativa - sostiene il presidente dell'Associazione 21 luglio - perché come successo altrove in passato, è stata offerta una casa-famiglia solo alle donne e ai bambini, costringendo i mariti a separarsi dalle famiglie. A una famiglia è stato addirittura proposto un centro di accoglienza a Castel Volturno». Offerte per la gran parte delle famiglie assolutamente irricevibili. «La comunità rom non creava problemi di ordine pubblico, noi con la Diocesi di Roma - conclude Stasolla - avevamo anche pensato a un'iniziativa di solidarietà per i bambini del campo all'Epifania».

Amareggiato monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma per la carità, la sanità e le carceri, che aveva visitato il campo: «Uno sgombero dal tempismo assolutamente imperfetto, una forzatura che fa avverare ancora una volta l'evangelico "non c'era posto per loro nell'albergo". Parole che celebriamo in questi giorni e ricordiamo liturgicamente, ma dalle quali poi non ci facciamo scalfire nella vita concreta. È un'azione che provoca amarezza. Premesso che per uno sgombero senza preavviso non esiste mai il momento giusto, meno che mai lo è in questo periodo di vigilia del Natale e dell'Anno Santo. Proprio ora che Papa Francesco compierà gesti di speranza per gli ultimi, come l'apertura di una Porta Santa al carcere di Rebibbia».

Perplesso il vescovo anche sulle motivazioni dell'amministrazione comunale di Guidonia Montecelio: «Sicurezza e legalità spesso sono solo pretesti: non mi risulta che il campo di Albuccione creasse problemi». La mancanza di una proposta alloggiativa concordata con le famiglie è un altro elemento problematico, secondo monsignor Ambarus: «La rete di accoglienza, pubblica e anche ecclesiale, è l'anello debole di ogni sgombero. Ma l'offerta di una sistemazione solo a patto di escludere mariti e papà sembra fatta apposta per essere rifiutata, se uno volesse pensare male».







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