martedì 28 luglio 2020
Questa mattina il capo dello Stato ha consegnato al sopravvissuto della Shoah la massima onoreficenza della Repubblica italiana. "Raccontare ai ragazzi la mia storia è la mia missione"
Sami Modiano riceve da Mattarella la medaglia di Cavaliere di Gran Croce

Sami Modiano riceve da Mattarella la medaglia di Cavaliere di Gran Croce - Ansa

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"Avevo 14 anni e i miei occhi hanno visto cose orribili. Sono stato l'unico della mia famiglia a sopravvivere e per lunghi anni mi sono sempre chiesto il perché. L'ho capito solo nel 2005, quando ho deciso di rompere il silenzio e di parlare della mia esperienza ai ragazzi. Sono stato scelto per dare testimonianza".

Con queste parole, questa mattina, Sami Modiano ha raccontato la sua esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz durante la cerimonia nella quale il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha consegnato l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana che gli è stata conferita dieci giorni fa.

Sopravvissuto agli orrori del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Modiano ha compiuto 90 anni il 18 luglio scorso. Nel 1944 era a Rodi, all’epoca colonia italiana, quando i tedeschi deportarono tutti gli ebrei dell’isola nel campo nazista. Da 15 anni ha consacrato la sua vita a raccontare ai ragazzi la sua storia: “La considero la mia missione. Spesso sentire un sopravvissuto porta i giovani a cambiare idea”. Erano presenti all'incontro Riccardo Di Segni e Ruth Dureghello, rispettivamente Rabbino Capo e Presidente della Comunità ebraica di Roma. Poi Modiano ha aggiunto: "Accompagnare i ragazzi ad Auschwitz, nei viaggi organizzati dal governo italiano, per me è una grande sofferenza, perché rivivo storie terribili. Ma devo farlo e i ragazzi, con il loro affetto e la loro attenzione, mi ricompensano".

"La Repubblica italiana le deve profonda gratitudine per la sua testimonianza. Lei ha sperimentato l'abisso e l'orrore dei campi di sterminio e coraggiosamente ha tramandato la memoria alle giovani generazioni. Perché non accada mai più", ha detto il capo dello Stato, rivolgendosi a Modiano.

Quando, nel 1944, venne prelevato da Rodi dai tedeschi, Sami Modiano era con la sorella sedicenne e il padre. Caricarono tutti nella stiva di un vecchio mercantile in condizioni disumane. Nel campo di concentramento morirono sia la sorella sia il padre di Sami Modiano. Lui sopravvisse aggrappandosi alle ultime parole del padre: “Tu sei forte Sami, tu devi farcela”. Dopo l’arrivo dei russi nel 1945 e la liberazione, cercò con fatica di riprendere in mano la sua vita. Negli anni, incoraggiato anche dalla moglie Selma Doulmar, si è dedicato a far conoscere la sua esperienza ai ragazzi nelle scuole medie e superiori italiane. Molte estati, invece, le ha trascorse a Rodi, per occuparsi dell'antica sinagoga e della piccola comunità ebraica presente nell'isola.

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