La legge che porta il suo nome non è sufficiente. Monica Cirinnà torna all’attacco, non solo sulle adozioni. Escluse, alla fine, dal testo finale delle unioni civili. La richiesta è - secca - quella del matrimonio egualitario, con la possibilità di riconoscere un figlio fin dalla nascita. La maternità surrogata viene 'promossa' come «atto di amore straordinario».
Nell’intervista a Repubblica Cirinnà li presenta come «diritti fondamentali» da sostenere anche contro una «componente ultraclericale » presente nel suo partito. «È sbagliato procedere sui diritti per segmenti corporativi», replica Emma Fattorini, deputata dell’area cattodem. «Non si può - spiega prescindere da una visione antropologica complessiva assolutizzando alcuni diritti - come quelli dei gay, che anche noi difendiamo - trascurando quelli dei bambini e delle donne». Fattorini lamenta, più in generale, una strumentalità «settoriale» nel difendere ognuno il proprio «target» e anche il «tatticismo» della politica nella tutela dei diritti. «Il discorso tocca anche lo ius soli », spiega. E la deputata respinge l’accusa di oscurantismo. «C’è anzi gratitudine, e non solo da parte di noi cattolici, per il coraggio della Chiesa di difendere i diritti, senza esitazioni e senza sbilanciamenti in una direzione o nell’altra».
Concorda Alfredo Bazoli, componente della commissione Giustizia della Camera, che sta muovendo i primi passi per varare una riforma delle adozioni. È ormai chiaro il tentativo di un fronte 'radicale' di ottenere sulle adozioni una sorta di rivincita per quanto non si è riuscito a strappare sulle unioni civili. «Ma abbiamo da appena un anno approvato la legge sulle unioni civili, sarebbe più corretto occuparsi della sua attuazione, invece di aprire nuovi fronti con fughe in avanti nel Pd, prima ancora che l’argomento sia messo in discussione fra noi», lamenta Bazoli. «In commissione - spiega - abbiamo da poco concluso il lavoro di ricognizione. I temi di cui parla Cirinnà - assicura - non sono nemmeno all’ordine del giorno. Si discute della possibilità di concedere l’adozione alle coppie gay, ma se ciò vuol dire legalizzare la maternità surrogata non potremo mai essere d’accordo. E, vorrei dire a Cirinnà, non credo che siamo una minoranza e certo non siamo contrari solo noi cattolici».
La pratica della maternità surrogata, fra l’altro, è stata bocciata anche dall’assemblea plenaria del Consiglio d’Europa: «Una battaglia - rivendica Milena Santerini, deputata di Demos che si è molto battuta in quella sede - in cui le donne italiane sono state decisive e che ha portato alla bocciatura del rapporto De Sutter che spingeva per legalizzare l’utero in affitto. Sarebbe sbagliato riaprire la discussione in Italia - avverte Santerini - dopo che un fronte ampio di donne italiane ha già preso posizione».
Fra le protagoniste, in Consiglio d’Europa, anche Elena Centemero, di Forza Italia, presidente della Commissione Equality and non discrimination. «Non si possono porre argomenti così delicati in modo propagandistico - dice nè si possono difendere i diritti senza un senso del limite. Mossi dall’egoismo di coppia in generale, dalla maternità e paternità a tutti i costi. Perché, è vero, l’utero in affitto non riguarda solo le coppie gay. La pratica va respinta sempre. Lo ha ribadito anche la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso Paradiso-Campanelli. È una pratica che sfrutta il corpo della donna, trasforma la maternità in industria e lede il diritto dei bambini a conoscere l’identità dei genitori. Ecco perché conclude Centemero - dire No alla stepchild adoption e alla maternità surrogata non significa essere retrogradi, ma tutelare i diritti e la dignità di donne e bambini». Torna l’argomento, smentito dai fatti, della presunta gratuità di questa pratica.
«Ma - dice il senatore Antonio De Poli, vicesegretario dell’Udc - i corpi delle donne che non sono merce da supermercato. È grave sostenere che laddove la surrogazione avviene gratuitamente non c’è sfruttamento ed è legittima». Il presidente del Comitato 'Difendiamo i nostri figli' Massimo Gandolfini vede nelle parole di Cirinnà una conferma delle preoccupazioni espresse nei raduni promossi: «Ora chiede - Renzi decida se sostenere le provocazioni delle frange più estreme del mondo lgbt o le istanze di milioni di italiani che stanno dalla parte dei diritti dei bambini».