Angelo Ciarlo, Napoli
Capisco e condivido la sua amarezza e anche lo spirito della sua proposta, e provo a stare… al gioco. Perché non salvare capra e cavoli rendendo trasparente e stabile la destinazione di solidarietà delle entrate garantite dall’azzardo legale? Già, perché? Ma perché, per esempio, possiamo immaginare purtroppo benissimo gli spot che ci pioverebbero addosso: volti e situazioni di persone malmesse accompagnati da slogan tipo "Più giochi, più li aiuti" o "Punta al tesoro, vinci per te e per loro" o, ancora, "Se dài i numeri, dài anche a chi ha meno"… No, grazie. Altrimenti, caro amico, come e quando potremmo sperare di uscire dal circolo vizioso che rende aspra e brutta persino una parola bella e dolce come gioco? Quando diciamo che bisogna scommettere con e per la famiglia, pensiamo a ben altre scelte. La "tassa sui poveri", come anche lei la chiama, è meglio farla sparire che azzardarsi a nobilitarla… Ci vuol tempo, certo, e la corrente va in senso inverso a quello giusto, ma rassegnarsi non si può proprio.
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