Ansa
Meno tasse, forse una superdetrazione, per i figli. Il meccanismo ancora non è chiaro, le coperture per finanziarlo tanto meno, ma il messaggio c’è: il governo vuole intervenire sulla tassazione delle famiglie, premiando chi ha figli.
La premier Giorgia Meloni aveva parlato della necessità di sostenere la natalità qualche giorno fa in occasione dell’approvazione del Def, benché il documento di programmazione non entri nello specifico. Ma ora il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta lavorando a un piano per intervenire. E la Lega lo sostiene a spada tratta, forse anche per soffiare agli alleati la paternità della nuova misura.
«Niente tasse per chi fa figli», titolava ieri Il Foglio nell’anticipare «l’idea clamorosa» contenuta in un dossier del titolare dell’Economia, una proposta che secondo il quotidiano verrebbe formalizzata nei prossimi giorni a nome del governo. L’obiettivo sarebbe quello di non far pagare le tasse sul reddito o parte di esse ai nuclei familiari con almeno due figli. Si parla di un bonus famiglie sul «modello del 110%», il che farebbe pensare a una detrazione legata alle spese che i genitori sostengono per crescere i figli. Il sottosegretario leghista alle Imprese Massimo Bitonci ha parlato della possibilità di «introdurre una detrazione di 10.000 euro l’anno per ogni figlio a carico (ora è di 950 euro fino ai 21 anni, ndr) fino al termine degli studi anche universitari, per tutti i nuclei, senza limiti di reddito». E sulla necessità di un intervento è tutta la Lega ad andare in pressing, invocando un «taglio consistente alle imposte sul reddito per sostenere i nuclei familiari e invertire la rotta dell’inverno demografico». L’ipotesi di una maxidetrazione per tutti appare però molto costosa (solo i minorenni in Italia sono quasi 10 milioni) e taglierebbe fuori tutti coloro che non hanno una capienza fiscale adeguata. La proposta dovrà dunque essere affinata e probabilmente dovrà avere un taglio più selettivo. Riguardo alle coperture «l’ipotesi e’ di arrivare ad un miliardo ed immaginare magari un credito d’imposta per i capienti e un bonus per gli incapienti», sottolineava ieri una fonte dell’esecutivo. Ma la stessa fonte rimarcava come sia necessario comunque tenere sotto controllo i conti dello Stato.
Le risorse per la legge di bilancio 2024, complicata dal ritorno a un regime di maggiore disciplina europea sui conti e dalla crescita della spesa per interessi, sono infatti già molto poche rispetto ai vari obiettivi annunciati dal governo e alle spese obbligate. Al momento gli spazi in deficit aperti dal Def (3,4 miliardi quest’anno e 4,5 il prossimo) sono già appaltati per il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle tasse; per tutto il resto - dalle pensioni ai rinnovi dei contratti pubblici fino al Ponte sullo Stretto sostenuto dal ministro Matteo Salvini, bisognerà attendere la Nota di aggiornamento al Def in autunno. L’emergenza nascite è al centro del dibattito da giorni, soprattutto dopo che l’Istat ha certificato una natalità al minimo storico nel 2022. In Europa l’unico Paese in Europa ad aver già studiato una norma simile a quella ora in discussione nel governo è l’Ungheria di Viktor Orbán.