Il 7 giugno 1984 a Padova il segretario del Pci Enrico Berlinguer durante un comizio accusa un malore. Non si riprenderà più, morendo dopo un’agonia di 4 giorni, a 62 anni (Ansa)
Avendo da parte un gruzzoletto di qualche consistenza si può perfino vivere di rendita. È questo il paradosso del 1984, che vede uno Stato già indebitatissimo compensare con un rendimento del 18 per cento l’acquisto dei suoi buoni del tesoro che altrimenti resterebbero invenduti. Il buco di oggi nei conti pubblici ha molte cause e altrettante spiegazioni, ma all’epoca chi pensava al futuro, al fardello caricato sulle spalle di figli e nipoti? Semmai nell’84 la preoccupazione dominante era di altra natura e investiva il fronte della salute. Da qualche tempo la medicina si trovava di fronte a infezioni misteriose neppure catalogabili con esattezza perché ignoto era l’agente scatenante. Un virus, certo, ma quale? Il mistero viene sciolto il 22 aprile, quando l’americano Robert Gallo conferma l’esistenza del virus Hiv che il francese Luc Montagnier afferma di aver isolato nel novembre precedente. Su tutto il pianeta aleggia ormai l’incubo dell’Aids e in breve giunge dal Canada la notizia della morte del "paziente zero" dell’epidemia. Poi sarà uno stillicidio di decessi imputabili alla " nuova peste". Anche in Italia.
Il 1984 è anno di elezioni europee, le seconde da quando il parlamento di Bruxelles viene eletto a suffragio universale. La sera del 7 giugno il segretario del Pci Enrico Berlinguer è impegnato in un comizio a Padova quando si accascia per un malore. Non si riprenderà più e morirà a 62 anni dopo un’agonia di quattro giorni. I funerali a Roma sono partecipati e imponenti quali quelli di solito riservati a un capo di Stato. Nella delegazione sovietica c’è un tale che si chiama Michail Gorbaciov. Per l’europarlamento si vota il giorno 17. Il Pci ha mantenuto il nome del defunto segretario come capolista e fa l’en plein: è il primo partito con il 33,3 per cento dei consensi, superando di un soffio la Dc, ferma al 33 netto. È l’effetto Berlinguer, spiegano commentatori e politologi.
Il 28 luglio l’attenzione del mondo è proiettata sulla California dove si inaugura a Los Angeles la XXIII Olimpiade dell’era moderna. La rappresentativa italiana porterà a casa un consistente bottino di medaglie: 14 ori, 6 argenti, 14 bronzi. Ma gli atleti del blocco sovietico sono assenti per reazione al boicottaggio dei Giochi di Mosca di quattro anni prima attuato dagli Usa e da altri Paesi in risposta all’invasione sovietica dell’Afghanistan.
Agosto. Il governo del decisionista Bettino Craxi comincia a incontrare difficoltà in parlamento. Va sotto clamorosamente sul voto per la proroga della Cassa per il Mezzogiorno e per il risanamento dei debiti delle unità sanitarie locali.
Settembre. Il giorno 13 Giulio Andreotti è ospite del Festival dell’Unità in corso a Roma. Si parla dell’ipotesi di una riunificazione tedesca, ma la semplice idea – dice – «è pericolosa». Protesta il governo di Bonn, che lamenta una interferenza nei suoi affari interni.
Il 18 muore a Roma Riccardo Lombardi, esponente di spicco della sinistra socialista, leader dei cosiddetti lombardiani. Il 25 aprile 1945 era stato designato prefetto di Milano dal Comitato di liberazione nazionale.
Il 25 torna in Italia Michele Sindona, estradato dagli Stati Uniti. Due anni dopo sarà condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli. Morirà nel carcere di Voghera causa caffè al cianuro. Un avvelenamento che farà molto discutere.
Suscitano polemiche infuocate le decisioni assunte il 10 ottobre dai pretori di Torino, Roma e Pescara che oscurano le tre reti televisive del gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi. Un contestato decreto del governo Craxi le farà poi riaprire.
A Nuova Delhi il 31 ottobre è assassinato il primo ministro indiano, la signora Indira Gandhi. Ad agire sono due guardie del corpo sikh. L’India rischia di precipitare nel caos.
L’anno si chiude per noi italiani con un nuovo gravissimo attentato: sul rapido 904 in servizio tra Napoli e Milano esplode una bomba quando il treno è in prossimità della stazione di San Benedetto Val di Sambro. Ci sono 15 morti e 130 feriti. Si parla di mafia, ma sarà un’altra strage senza colpevoli e senza verità.
Non si può chiudere la veloce panoramica senza ricordare una persona che ad Avvenire ha dato molto. Il 10 maggio 1984 in una clinica milanese si spegne a 54 anni Angelo Narducci, direttore dal 19 ottobre 1969 al 30 aprile 1980, europarlamentare democristiano dal 1979. Ai funerali celebrati nella chiesa parrocchiale di Lambrate e presieduti da monsignor Ersilio Tonini è presente tutta la grande famiglia del giornale per un ultimo commosso saluto a un collega, un amico, un maestro esempio di professionalità e coerenza.