"Un'interruzione dell'opera del
Governo Letta recherebbe danni particolarmente gravi alla
situazione economica e sociale del Paese, oltre che seri rischi
per l'Eurozona. Se poi una crisi di governo dovesse portare ad
elezioni anticipate, il cumulo di macerie seppellirebbe in ugual
misura vincitori, sconfitti e tutti i cittadini, compresi quelli
ai quali si vorrebbe fra credere che si è arrivati alla rottura
per tener fede alla promessa di liberarli dall'Imu". Lo scrive
Mario Monti sul sito di Scelta Civica
"Esistono alcuni leading indicators
che tendono a segnalare, con un anticipo di circa sei mesi, i
punti di svolta del livello effettivo di attività produttiva.
Per ogni Paese l'OCSE pubblica un dato sintetico di tali
indicatori (composite leading indicator, CLI). I dati pubblicati
giovedì, che arrivano fino a giugno 2013, mostrano che i primi
segni di miglioramento del CLI per l'Italia risalgono
all'autunno 2012. Da gennaio 2013, ormai per sei mesi
consecutivi, la tendenza alla crescita accelera in Italia (le
variazioni percentuali mensili del CLI sono crescenti), mentre
si è stabilizzata nell'insieme dell'Eurozona.
Il punto di svolta verso l'alto della produzione effettiva
dovrebbe essere vicino, come il Governo e la Banca d'Italia
hanno segnalato in questi giorni".
È questa l'analisi che sviluppa sul sito di Scelta Civica Mario
Monti che critica anche "quella personalità di vertice del
mondo imprenditoriale che, ancora il 10 giugno, giudicava la
politica economica introdotta nel novembre 2011 come un
esercizio di 'austerità fine a se stessà".
Monti spiega che " tutti gli osservatori convengono che
occorrerà ancora parecchio tempo prima che la svolta positiva si
manifesti anche per l'occupazione. Finché ciò non avverrà, 'il
clima sociale sarà molto faticoso e pieno di difficoltà', come
ha giustamente affermato il Presidente del Consiglio Enrico
Letta. Per consolidare la ripresa produttiva ed estenderla
all'occupazione, soprattutto giovanile, è necessario non
deflettere dalla disciplina di bilancio e intensificare
risolutamente le riforme strutturali".