Non solo disciplina di bilancio ma anche attenzione alla crescita: l'unione europea, per Mario Monti, deve muoversi in questa direzione per superare la crisi dei debiti sovrani. E l'Italia dirà no a un'interpretazione troppo rigida del piano ventennale di dimezzamento del debito pubblico: un piano che il governo giudica "fattibile" ma che, attuato in modo rigido, rischia di farci "cadere preda di un eccesso di formalismo". Intervenendo alla Camera per riferire sui suoi incontri europei in vista dei prossimi appuntamenti a Bruxelles (l'eurogruppo il 23, il consiglio europeo il 29), il premier ricapitola la posizione italiana e, per la prima volta, chiede l'aiuto delle Camere: "In varie occasioni future - dice - vorrei il contributo del Parlamento per formulare le proposte italiane sulla crescita".Monti chiarisce che l'obiettivo della riduzione del debito pubblico dal 120 per cento del Pil al 60 per cento in venti anni, non è una decisione presa in queste settimane : è già una legge europea che "è stata accettata dai governi dell'epoca". È un obiettivo "severo ma fattibile": l'Italia, però, sta lavorando affinché nell'attuazione concreta del piano siano adottati "criteri qualitativi" che evitino di "cadere preda di un formalismo eccessivo".Ora che si tratta di definire l'accordo a 26 sulla disciplina di bilancio, il governo italiano, spiega Monti, ha tra i suoi obiettivi quello di "evitare vincoli più rigidi, limiti procedurali o nuove sanzioni rispetto a quelle già esistenti". Non solo : ''"se l'obiettivo dichiarato è quello di dotare l'unione di un più solido pilastro economico, è necessario che la disciplina di bilancio sia affiancata da una politica di crescita e di competitività con un rafforzamento dell'integrazione economica all'interno del mercato unico". L'Italia, spiega Monti, sa di essere un paese che si trova in "una fase di transizione da un periodo, ormai remoto, di indisciplina finanziaria a uno di disciplina". Dobbiamo dunque muoverci in modo tale che nessuno possa "mettere in dubbio" che l'Italia partecipi al quadro europeo , con un' immagine di "Paese maturo".Monti si mostra ottimista sul raggiungimento degli obiettivi che il governo italiano si è fissato. Anche se, avverte, "non è un viaggio a Berlino a Parigi, non è un incontro trilaterale a Roma che possa cambiare le decisioni europee. È molto difficile fare passi avanti, è molto facile fare passi indietro". Monti spera però che la partita sulle regole per la disciplina di bilancio si chiuda nel consiglio europeo di fine gennaio: "Non vedo l'ora - dice - che il 30 si possa chiudere sul fiscal compact". Perchè, da quel momento in poi, ci sipotrà concentrare sull'altro aspetto fondamentale, quello della crescita. "Perchè l'Europa non è solo disciplina di bilancio: è molto importante che si passi oltre, dedicando più energia politica al versante della crescita". La crescita, tuttavia, non potrà essere perseguita con politiche di disavanzo: sarebbe una crescita " effimera", che solo i "nostalgici di politiche senza successo" possono volere. Si tratta invece di "sfruttare tutto il potenziale di un continente integrato per crescere di più, cosa che finora non è stato fatto". Monti rivela di averne parlato più volte alla Merkel: "È un argomento che uso spesso con la cancelliera: una maggiore crescita è una condizione indispensabile per garantire la disciplina". Il premier conclude con una espressione francese ("Tout se tient", tutto si tiene) e una a previsione ottimistica sui possibili interventi della bce: "Non è escluso che la banca centrale europea, dopo che sarà stato acquisito l'accordo sulla disciplina di bilancio, si senta , per così dire, più rilassata...".