Uno schema di decreto legge «è già pronto, ne devo parlare in Consiglio dei ministri ». È la titolare dell’Interno, Luciana Lamorgese, ad annunciare modifiche ai cosiddetti decreti sicurezza. Nonostante la Lega la bersagli sin dal suo insediamento, davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera, la ministra non entra in polemica diretta col suo predecessore Matteo Salvini.
Ma annuncia alcune iniziative, sue e del governo, per marcare una distanza: «Sono state avviate le procedure per rimodulare i contenuti » del Memorandum of understanding siglato con la Libia nel 2017 – afferma – con l’obiettivo di migliorare le condizioni dei Centri per migranti, in vista della chiusura di quelli esistenti «per giungere a strutture gestite direttamente dall’Onu».
Poi dà il segnale più indicativo di un cambio di rotta: in un decreto legge, forse entro fine anno, confluiranno «modifiche connesse alle osservazioni pervenute dal presidente della Repubblica », dice Lamorgese. Quali? Anzitutto, rispetto al permesso di soggiorno per protezione umanitaria (abrogato dal primo decreto sicurezza e ristretto a casi 'speciali'), il nuovo testo, in linea coi richiami del Colle, inserirà l’inciso «restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato», con un riferimento alla gerarchia delle leggi e, implicitamente, al diritto d’asilo (scolpito nell’articolo 10 della Carta) e alle convenzioni dell’Onu.
Altre modifiche riguarderanno il 'sicurezza bis' e la stretta contro le navi delle Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo: la confisca dell’imbarcazione sarà obbligatoria solo in caso di violazione «reiterata» dei divieti delle autorità e l’assurda ammenda da un milione di euro al comandante (sulla sua sproporzione si erano appuntanti i rilievi del Quirinale) tornerà fra «10mila e 50mila euro», nel rispetto del principio della necessaria proporzionalità dei comportamenti.
Inoltre, per stabilire le multe, si introdurrà un regolamento che distingua i vari tipi di natanti. Infine, in materia di ordine pubblico, il nuovo dl recepirà un’altra osservazione del capo dello Stato, correggendo l’articolo che ha tolto la causa di non punibilità per la «particolare tenuità del fatto» rispetto a ipotesi di resistenza, oltraggio, violenza e minaccia a pubblica ufficiale.
Nel nuovo testo, sarà ripristinata la discrezionalità del magistrato nel valutare se il fatto sia tenue o meno. Dopo il via libera in Cdm, il decreto entrerà in vigore e partirà l’iter di conversione in legge in Parlamento. Il Carroccio promette battaglia: «Siamo pronti alle barricate in Aula e nelle piazze», dicono i leghisti Stefano Candiani e Nicola Molteni, secondo i quali «i decreti Salvini che così diventeranno decreti insicurezza, filo-ong e contro donne e uomini in divisa». Alle frecciate della Lega, Lamorgese non replica, rimettendosi alla concretezza dei dati: «Da inizio anno 5.940 rimpatri, 1.340 col nuovo governo, di cui 243 tunisini, il 60% di quelli sbarcati a ottobre». Nei prossimi mesi, annuncia la ministra, saranno potenziati i centri per rimpatri, anche realizzando altri a Modena e Oppido Mamertina, in Calabria.Su